Il medico gli operò il ginocchio sicuro che avesse una frattura quando invece era affetto da tumore. Poi sottovalutò un successivo referto istologico che ipotizzava il cancro. Infine emerse il tragico errore e al ragazzo venne amputata la gamba con l’obiettivo di salvargli la vita. Sedici mesi dopo, mercoledì scorso, il paziente, un giovane di 22 anni, è morto dopo una lunga agonia.

Una vicenda per la quale un ortopedico e un radiologo sono già sotto processo rispettivamente per lesioni colpose gravissime e lesioni colpose. Reato a cui ben presto potrebbe sommarsi l’omicidio colposo e per il quale la procura ha aperto un fascicolo, ad oggi contro ignoti. Il sostituto procuratore Mario Ardigò ha nominato i periti che domani si recheranno all’ospedale di Caserta, città in cui viveva il ragazzo con la famiglia, per effettuare l’autopsia.

Il tutto avvenne tra maggio e giugno del 2013. Ci fu la prima visita rassicurante nello studio romano dell’ortopedico il 5 maggio. Poi il tutto proseguì, tra lastre e intervento, alla casa di cura Nuova Itor. In questa struttura, per il pm, vennero inanellati una serie di errori. Uno anche da parte del radiologo accusato di non aver ‘refertato due noduli polmonari’.

Nemmeno l’intervento chirurgico al ginocchio, il 28 maggio 2013, per operarlo dalla presunta frattura sarebbe stato risolutore.

Per questo a giugno 2013 alla vittima venne amputata, all’ospedale Regina Elena, la gamba destra. Intervento, a distanza di sedici mesi, che non è servito a salvare la vita del 22enne.