LUNEDI’ 9 APRILE

Jazz/Cristiana Polegri, una vita per la musica

«Brava, suoni come un uomo»: è la storia della sassofonista Cristiana Polegri, romana, 46 anni, la storia di una donna che fin dal grembo materno capisce che la sua vita sarà dedicata alla musica e che adesso riassume la sua vita in uno show che mescola canzoni, monologhi e improvvisazione jazzistica. La sua scelta di uno strumento come il sax, che nell’immaginario collettivo può suonare solo un uomo, è stata decisiva per dare un indirizzo a una carriera che l’ha vista affrontare con successo tante diverse situazioni.  Quel «brava, suoni come un uomo» è una battuta amara per una come lei, che ha sempre visto la musica (e a ragione) come una forza capace di travolgere tutto e tutti.
Così ha deciso di parlare al pubblico e di raccontarsi in tanti episodi divertenti che scaturiscono dalla stessa vita della protagonista, dal rapporto con i genitori a quello con gli uomini, alle insicurezze, le difficoltà, le discriminazioni subite, la vita sul palcoscenico, il rapporto con i figli: è «la vita quotidiana raccontata attraverso monologhi e canzoni tra ironia e armonia». Con lei e tanti altri, dall’attore Urbano Lione alla partecipazione “vocale” straordinaria di Rita Savagnone, Pino Insegno e Stefano Fresi, le tastiere di Luciano Zanoni, la chitarra di Egidio Marchitelli, il basso di Pierpaolo Ranieri, la batteria di Marco Rovinelli, i ballerini Gianluca Conversano, Susanna Stefanini, Costantino Imperatore, Michela Dominici. I testi sono di Cristiana Polegri, Stefano Fresi, Emiliano Luccisano, Gabriele Pellegrini, Gabriele Marciano e Antonio Fornari, le musiche della protagonista e di Luigi Montagna.
Parco della Musica, Teatro Studio Borgna, ore 21

MARTEDI’ 10 APRILE

Rock/Gianna Nannini, Fenomenale al Palalottomatica

Non crediamo che sia necessario cantarvi Fenomenale («non è colpa tua, è colpa mia se quando ci vediamo siamo due animali…») per farvi correre al concerto che Gianna Nannini darà domani sera al Palalottomatica: la rocker senese, alla faccia dei sessantaquattro anni che compirà a giugno (quando è sul palco ne dimostra trenta o quaranta), con la sua band di ben 18 musicisti offre live esplosivi, che puntano su quel suo modo di cantare unico e sulla sua energia straordinaria, oltre che sul pubblico che canta in coro con lei tutti i brani, parola per parola.
Reduce dal successo di Amore gigante («È un disco sull’amore liberato dalla rabbia e dai conflitti che sono insiti nei rapporti», spiega lei del cd, nel quale si mescolano assai bene strumenti e suoni elettronici), album e live sono molto simili alla sceneggiatura di un film (non per niente il primo brano è Cinema) e l’eterna ragazza è praticamente inaffondabile: martedì scorso a Genova è caduta dal palco e si è fatta male a un ginocchio, ma il giorno dopo era in concerto a Montichiari, seduta su un trono che ha raggiunto con le stampelle. In un libro di spionaggio avrebbero scritto che l’unico modo per liberarsi di lei è tirarle un colpo alla nuca. Volete la scaletta? C’è di tutto, con occhio particolare ai nuovi brani e agli hit della sua produzione, da Cinema a Amandoti, I maschi, Fotoromanza, Sei nell’anima, Meravigliosa creatura, L’ultimo latin lover, Hey bionda, Bello e impossibile, Lontano dagli occhi, Notti senza cuore, Amore gigante e così via. Che altro volete da una come lei, che prima della legge Fornero avrebbe tranquillamente potuto andare in pensione?
Palalottomatica, piazzale dello Sport, domani ore 21

Cantautori/Brunori SAS al Parco della Musica

Brunori SAS, ovvero il cantautore cosentino Dario Brunori, annata 1977,  presenta la sua nuova avventura teatrale Brunori a teatro – canzoni e monologhi sull’incertezza.  E’ uno spettacolo che lui definisce «unico nel suo genere, fatto di musica e argute riflessioni, che si rifà allo stile del teatro-canzone e della standup comedy» o anche «un percorso tra il riso e il pianto, dove l’unica certezza è l’incertezza, vedere per credere». Sbarcato in tv su Rai3 con cinque appuntamenti per raccontare, analizzare, approfondire la generazione di mezzo, cioè «quella dei giovani quarantenni, come me, che sono in bilico tra la generazione che li ha preceduti e che approfondiva e quella che è venuta dopo, tutta velocità e rapidità». Già autore di colonne sonore e con quattro album alle spalle, offre una serata, come già detto, su quell’incertezza che coinvolge milioni di quarantenni, non solo in Italia ma in buona parte del mondo.
Parco della Musica, Sala Santa Cecilia, ore 21


MERCOLEDI’ 11 APRILE

Cantautori/Umberto Tozzi live al Teatro Olimpico

Con 80 milioni di copie vendute, il cantautore torinese Umberto Tozzi è tra gli artisti italiani che hanno venduto il maggior numero di dischi, e in questi giorni è in tour con uno spettacolo della serie «show nuovo e roba vecchia ma di successo» nel quale ripropone le sue canzoni più famose. L’autore e interprete di Ti amo, Gloria, Si può dare di più e tanti altri hit torna in concerto dal vivo con la sua band  (Raffaele Chiatto alle chitarre, Gianni D’Addese alle tastiere, Giambattista Giorgi al basso, Gianni Vancini ai sassofoni, Elisa Semprini al violino e Riccardo Roma alla batteria) in uno show acustico che i suoi fan ormai cresciuti (lui ha appena compiuto 66 anni) apprezzeranno come ai vecchi tempi.
Teatro Olimpico, piazza Gentile da Fabriano, ore 21

Musica/Francesco Taskayali live al Quirinetta

Romano di famiglia italo-turca, 26 anni, cresciuto fra Italia e Istanbul, Francesco Taskayali è un pianista e compositore che si muove fra jazz, musica classica e contemporanea, tipo Stefano Bollani o Ludovico Einaudi. Ha fatto tour in tutto il mondo suonando persino all’Onu, è un musicista più che degno d’attenzione, ha già inciso quattro album e l’ultimo è Wayfaring, con 12 brani inediti nei quali al suono del pianoforte solista aggiunge quello di alcuni strumenti a corda e diversi sound elettronici.
Teatro Quirinetta, via Marco Minghetti 5, ore 21.30

Blues Rock/Francesca & Gipsy al Cotton Club

«Il meglio del Louisiana sound»: così la vocalist e chitarrista Francesca De Fazisintetizza la musica che propone insieme alla sua Gypsy Blues Band per promuovere l’album Roman Blues Woman, registrato proprio a New Orleans con Andy J Forest, armonicista e frontman statunitense. Il gruppo è la tipica street band della Louisiana, con atmosfere delta blues fuse con le sonorità dei fiati, in un cocktail di funky tribale e rhythm & blues. In scaletta storie di Voodoo Woman e Mardi Gras Indians, tra euforia carnevalesca e blues di spessore, più il docufilm Viaggio nella Terra del Blues. Accanto a Francesca suonano Angelo Olivieri (tromba), Eric Daniel (sax), Roberto Paggio (tastiere), Ivano Sebastianelli (basso) e Riccardo Colasante (batteria).
Cotton Club, via Bellinzona 2, ore 22

Blues/Paul e Simone, Two Man Band al Big Mama

Da un anno il chitarrista e vocalist Paul Venturi e il pianista Simone Scifoni hanno formato una Two Man Band che si muove nel blues e nei suoi derivati: vengono da percorsi e carriere differenti, il primo legato al blues e il secondo a ragtime e boogie woogie, si muovono nella musica afroamericana, soprattutto quella degli anni Trenta, e mescolano le loro passioni, con Paul che suona e canta e Simone che usa contemporaneamente banjo, batteria, percussioni, lap steel guitar e altri strumenti etnici. Alla base di tutto c’è il mondo di Blind Willie Johnson, Fred McDowell, Charlie Patton e altri pionieri del blues prebellico.
Big Mama, vicolo S. Francesco a Ripa 18, ore 22

GIOVEDI’ 12 APRILE

Rock/I Negrita in concerto al Palalottomatica

On the road dai primi anni Novanta, quando presero il nome del gruppo dal brano Hey Negrita dei Rolling Stones, i toscani Negrita sono una delle rockband italiane che non smettono mai di viaggiare per carpire suoni e ispirazioni di ogni parte del mondo, dalla Patagonia alla Louisiana, dal Brasile al Giappone, dalla California all’Inghilterra. L’hanno fatto anche stavolta per Desert Yacht Club. il loro ultimo album : Paolo “Pau” Bruni (voce, chitarra, armonica), Enrico “Drigo” Salvi (chitarra) e Cesare “Mac” Petricich (chitarra) invece di riflettere sull’eventualità, nel ruolo di quasi cinquantenni, di sciogliere la formazione, sono andati a Londra, a Tokyo, negli Stati Uniti e in altri luoghi e continenti, spostandosi dal deserto di Joshua Tree ai paesini messicani più sperduti, portandosi dietro gli strumenti e stipandoli di paese in paese in varii furgoni, e ne è uscito fuori il nuovo disco, che mescola con disinvoltura rock, rap, elettronica, funk, country, reggae, folk, noise e diversi altri ingredienti. Se volete sentire dal vivo gli undici brani che ne sono usciti fuori, insieme ai suoi hit in molti casi indimenticabili, la band vi aspetta stasera nella tappa romana del tour.
Palalottomatica, piazzale dello Sport, ore 21

Metal/I Machine Head live all’Orion

Brutti, sporchi e cattivi: è un modo di dire usato milioni di volte e spesso a sproposito, ma per la band dei Machine Head, formazione di heavy metal statunitense nata a Oakland, California, nel lontano 1992, e sempre sulla breccia, è quello che rende perfettamente l’idea. Il vocalist, chitarrista e fondatore Robb Flynn, il chitarrista Phil Demmel, il bassista Jared MacEachern e il batterista Dave McClain si muovono fra groove, trash, nu e alternative metal, fanno parte della NWOAHM (la New Wave of American Heavy Metal) e sul palco, ma anche nei dischi, come si usa dire picchiano forte. A parte le facce, i tatuaggi, i vestiti, le facce patibolari e altri dettagli, sono un band che funziona bene e che nel suo genere è fra le più stimate non solo negli Usa ma anche in Europa e in Italia. Con dieci album alle spalle, due dei quali live, adesso presentano in un tour europeo il nono disco, Catharsis (titolo che è già tutto un programma, tanto che sulla copertina c’è un corpo nudo, non si capisce se maschile o femminile, riipiegato su se stesso e pieno di sangue) e che segue di quattro anni il precedente Bloodstone & Diamonds. Sono 75 minuti di metal che delineano le due facce dei Machine Head e hanno suscitato opinioni molto diverse: i fan del gruppo l’hanno decisamente apprezzato, ma ci sono anche critiche tipo «dischi come questo non potranno sembrare altro che un ammasso deforme di carne gettato in una piscina piena di piranha». Se amate la band fate finta di niente.
Orion Live Club, viale Kennedy 52, ore 21

Cantautori/Angelo Branduardi, Hits al Parco della Musica

L’instancabile Angelo Branduardi è di nuovo in tour con il suo gruppo. Alla sezione ritmica ormai collaudatissima, formata dal chitarrista Antonello D’Urso, dal bassista e armonicista Stefano Olivato e dal batterista Davide Ragazzoni, si è ora aggiunto Andrea Pollione al pianoforte e alle tastiere. Il concerto si basa sui brani più famosi del cantautore, i cosiddetti Hits che, nel corso della sua lunga carriera, sono diventati tanti, da Alla fiera dell’Est, La pulce d’acqua e Cogli la prima mela a Il cantico delle creature, Confessioni di un Malandrino, La donna della sera, Il funerale, Samarcanda, L’apprendista stregone, La sposa rubata, Il ciliegio e via di questo passo. Sarà un piacere riascoltarli.
Parco della Musica, Sala Sinopoli ore 21

Cantautrici/Francesca Michielin live al Quirinetta

Torna a Roma per un doppio live Francesca Michielin, cantautrice e polistrumentista da Bassano del Grappa, reduce dal successo dell’album 2640. «E’ un racconto sonoro che ho preparato pensando ai metri camminati per arrivare a 2640, nel senso dell’altitudine. Bogotà, in Colombia, è all’altezza di 2640 metri, non ci sono mai stata ma avrei voluto andarci tante volte anche perché lì c’è una missione che aiuta i migranti che aspettano per mesi e mesi un visto per gli Stati Uniti. Poi ho cambiato idea, ma da quel disagio è nato comunque un disco che parla di evasione, di voglia di scappare, che elogia i perdenti e tutto ciò che è di serie B»: così la ragazza parla del cd, al quale hanno collaborato cantautori come Calcutta, Tommaso Paradiso e Cosmo. Uno dei brani che Francesca ama è Io non abito al mare, canzone d’amore che invita a non temere di mostrare un sentimento come la tenerezza. «Ho il mare nella testa – spiega – perché per vent’anni il mio cuore è stato sopra una montagna. E dove c’è ora la montagna una volta c’era il mare, e io ho imparato ad ascoltare il silenzio che ha lasciato». Avete due serate per ascoltarla.
Teatro Quirinetta, via Marco Minghetti 5, stasera e domani ore 22

Blues Rock/Neapolitan Contamination al Big Mama

Napoli, crocevia di culture, razze, musiche e via di questo passo, non poteva che aprire le porte alla contaminazione delle sue canzoni con quelle del resto del mondo. Cosi Giovanni Imparato (voce e percussioni), Luigi  Carbone (voce e tastiere), Antonio Carluccio (voce e chitarra), Aldo Perris (basso), Lavinia Mancusi (voce e violino), Mats Erik Hedberg (chitarre) e Davide Grotteli (sax e flauto) sono in giro da un bel pezzo con il progetto Neapolitan Contamination, che torna al club romano e propone strani ma intriganti risultati: O Surdato ‘nnammurato diventa un blues, la Brigida cui è dedicata A’ Tazza ‘e cafè non è napoletana ma viene dalla Jamaica (dove il caffè è eccellente, come l’erba), i guagliune e’ malavita  di Guapparia sembrano la band di Fred Buscaglione e il celebre brano Take Five di Paul Desmond & Dave Brubeck si sposa perfettamente al testo della più antica canzone partenopea,  Te voglio bene assaje. L’idea è splendida, il sound pieno di sorprese.
Big Mama, vicolo S. Francesco a Ripa 18, ore 22

VENERDI’ 13 APRILE

Rock/La band di Steve Gadd al Crossroads

Steve Gadd, americano di Rochester, New York State, annata 1945, resta una leggenda della batteria  e continua a girare il mondo con la sua band formata da musicisti di tutto rispetto, dal chitarrista Michael Landau al trombettista Walt Fowler, dal pianista e tastierista Kevin Hays al contrabbassista Jimmy Johnson.  Già partner di tante star, da Paul McCartney a Eric Clapton, Frank Sinatra, James Taylor, Paul Simon, Ray Charles, Barbara Streisand, Barry Gibb, Peter Gabriel, Gadd con questa formazione ha registrato il suo ultimo progetto Way Back Home, considerato uno dei dischi più notevoli degli ultimi anni e candidato ai Grammy Awards 2017 come miglior album strumentale. Raccoglie una serie di brani originali e qualche standard di jazz, rock e funky con ritmiche latineggianti, e su tutto regna l’immancabile groove di Steve, ancora oggi fra i batteristi più acclamati e richiesti al mondo.
Crossroads Live Club, via Braccianense 771, ore 22

Rock/Lana Del Rey live al Palalottomatica

Newyorkese, 32 anni, cantautrice nonché ex-modella, vero nome Elizabeth Woolridge Grant, Lana Del Rey si muove fra rock, pop, soul, trip hop e diversi altri ingredienti e ha una serie di record: è l’artista femminile più ascoltata su Spotify, ha venduto 15 milioni di dischi, è rimasta nelle classifiche di Billboard per più di 300 settimane, è nelle hit parade di tredici diversi paesi, si è guadagnata parecchie candidature ai Grammy, insomma la sua musica va via come il pane e lei è uno dei personaggi più in vista in questo periodo. E adesso arriva con il suo L. A. To The Moon Tour (cominciato in gennaio a Minneapolis, finisce il 20 aprile a Madrid) nel quale propone l’ultimo album Lust for Life, i suoi singoli di maggior successo (Love, Coachella-Woodstock On My Mind, Summer Bummer, Groupie Love) e gli hit raccolti nei precedenti dischi, come quello del 2012 Born to DieUltraviolence del 2014 e Honeymoon del 2015. L’affianca una band formata dal chitarrista Blake Stranathan, dal tastierista Byron Thomas, dal bassista Kevin McPherson e dal batterista Tom Marsh.
Palalottomatica, piazzale dello Sport, ore 21

Rock/Zeke, hardcore da Seattle, Usa

Gli Zeke sono una band che viene da Seattle, Washington State, è nata nel 1992 ed è famosa per il suo mix di hardcore, punk, hard rock e heavy metal e per l’energia dei live, a base soprattutto di chitarre roventi e suonate con il volume a palla. Il chitarrista e vocalist Blind Marky Felchtone, il chitarrista Kyle Whitefoot, il bassistaKurt Kolfelt e il batterista Dayne Porras sono fortemente influenzati da un rock tosto e violento, furioso, che spesso viene paragonato a quello dei Motörhead. Insomma, sono considerati fra i mostri dell’heavy metal americano. Non venivano in Italia da dodici anni e arrivano con i brani del nuovo album Hellbender (è il nome di una grossa e repellente salamandra), quindici pezzi brevi, velocissimi e sparati a tutta birra. Apre la band bolognese Hellvis, che si fa chiamare Bastards of R’n’R.
Evol Club, via dei Lucani 22, ore 22

Ska/Derrick Morgan & Roy Paci all’Angelo

Ladies and Gentlemen, welcome the Ska: è la serata, titolo esatto This Is Ska, nella quale il vocalist jamaicano Derrick Morgan, già partner di Desmond Dekker, Bob Marley e Jimmy Cliff, il trombettista Roy Paci e il vocalist e tastierista Andy Mittoo con i suoi Groovemakers offrono un coinvolgente viaggio fra  jazz, rhythm & blues, capypso, reggae e ritmi della tradizione caraibica, con brani di star come Skatalites, Prince Buster e altri grandi del settore, in un live per il quale si consiglia al pubbico di «indossare le migliori scarpe da ballo», perché è tutta da ballare.
Angelo Mai, via delle Terme di Caracalla 55, ore 21.30

Musica/Erlend Øye dalla Norvegia senza Eirik

Vocalist, chitarrista, tastierista e producer, norvegese di Bergen, 42 anni, Erlend Øye è conosciuto dappertutto come la metà dei Kings of Convenience, il duo con Eirik Glambæk Bøe che rappresenta la punta del cosiddetto New Acoustic Movement, e ha alle spalle album vendutissimi come Quiet Is the New Loud, Riot on an Empty Street e Declaration of Dependence. Stavolta Øye, già leader della band electro pop The Whitest Boy Alive, sbarca a Roma per proporre il suo album Legao, che è del 2014, nonché altro materiale della sua attività da solista e cantautore. Innamorato dell’Italia (è molto spesso a Siracusa, dove ha comprato una casa nella quale vive con la madre) e della musica italiana (dicono che l’abbia conosciuta in Islanda quando ha sentito Non arrossire di Giorgio Gaber, e lui confessa: «Al momento pensavo che la lingua fosse l’islandese, che considero molto musicale»), ha girato mezzo mondo e ha anche inciso qualche disco nella nostra lingua.
Parco della Musica, Sala Petrassi, ore 21

Rock/Stazione Birra: Le Orme & David Cross

La band di progressive rock Le Orme ha più di mezzo secolo di carriera alle spalle, per la precisione 52 anni, continua a fare concerti nel mondo (ha in programma Tokyo e Città del Messico, tanto per dirne un paio) e stasera Michi Dei Rossi(batteria e percusioni), Michele Bon (organo, synth, tastiere) e Alessio Trapella(vice, basso, chitarra) sono in concerto con unp special guest d’eccezione, il violinista inglese David Cross dei King Crimson, annata 1948 ma sempre molto in gamba. E’ un bell’incontro, due ore di spettacolo nel quale Le Orme  suoneranno i brani che li hanno fatti diventare famosi nel mondo e Cross offrirà un omaggio alla storica band della quale ha fatto parte nel periodo storico, cioè nei primi anni Settanta.
Stazione Birra, via Placanica 172, ore 22

Blues/Fulvio Tomaino al Big Mama

Il vocalist Fulvio Tomaino è uno dei migliori cantanti di black music sulla piazza: la rivista americana Living Blues lo ha eletto nel 2003 e nel 2004 come il miglior cantante europeo, e nella sua carriera ha collaborato con tanti artisti, dal vocalist Bobby Kimball dei Toto a Hiram Bullock, Frank McComb, Mario Biondi, Fabio Concato, Ron, José Feliciano. Ha una voce potente e raffinata e una tecnica vocale che lo ha portato a fondare l’Accademia La Voce. Offre un repertorio di black music e rock made in Usa, con brani di Steve Wonder, Huey Lewis, Michael McDonald, John Hiatt, Neville Brothers, Tower of Power, Bill Whiters, Doobie Brothers, Hall & Oates e tanti altri. Al suo fianco Carlo Micheli al sax, Luca Casagrande alla chitarra, Jacopo Carlini alle tastiere, Francesco Puglisi al basso, Cristiano Micalizzi alla batteria e le voci di Simona Farris, Sunny Terranova e Nicola Gargaglia.
Big Mama, vicolo S. Francesco a Ripa 18, ore 22

Jazz/Musica/Il sax di Esposito live al Parco

Sassofonista e compositore conosciuto a livello internazionale (ha collaborato con artisti come Steve Grossman, Fabrizio Bosso, Flavio Boltro, Bob Mintzer e Jason Marsalis e ha pubblicato 5 dischi  come leader), Gianluca Esposito propone con il suo quartetto brani che si muovono fra jazz, swing, funky e latin. Al suo fianco suonano il pianista Mauro Grossi, il contrabbassista Luca Bulgarelli e il batterista Amedeo Ariano.
Parco della Musica, Teatro Studio Borgna, ore 21

Blues/Simone Nobile Blues Band

Un repertorio blues anni ’50 da Sonny Boy Williamson, Muddy Waters, Jimmie Rogers, William Clarke: lo suona la Blues Band del vocalist e armonicista Simone Nobile, musicista che ha collaborato con Mud Morganfield (figlio del re del blues Muddy Waters) e con Roberto Ciotti e ha suonato con Bob Margolin e altri esponenti del Chicago blues. Al suo fianco ci sono il chitarrista Fabio Ramacci, il contrabbassista Light Palone e il batterista Lorenzo Francocci.
Charity Cafè, via Panisperna 68, ore 22

Jazz/Swing con la band di Emanuele Urso

L’appuntamento classico del venerdì è con lo swing del clarinettista e batterista Emanuele Urso, che offre un omaggio alle big band della Swing Era, come quelle di Benny Goodman e Gene Krupa, con gli arrangiamenti originali di Fletcher Henderson. Al suo fianco suonano Giuseppe De Simoni (tromba), Patrizio Destriere (sax), Fabrizio Guarino (chitarra), Adriano Urso (pianoforte), Giuseppe Civiletti (contrabbasso) e Francesco Bonofiglio (batteria).
Cotton Club, via Bellinzona 2, ore 22

SABATO 14 APRILE

Musica/James Senese & Napoli Centrale al Parco

Reduce da un tour di oltre 200 concerti nei quali ha proposto il suo album ‘O Sanghe, uscito nel 2016 e vincitore della Targa Tenco nel 2017, il sassofonista James Senese è un musicista straordinario, oltre che un solista coi fiocchi. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, perché è un personaggio fondamentale di quello splendido cocktail di musica spuntato nel dopoguerra in Italia e a Napoli. Figlio di una madre partenopea e di un militare americano sbarcato alla fine della seconda guerra mondiale («Sono nato a Miano, provincia di Napoli, a metà strada fra Napoli e il Bronx, amo Coltrane e Miles Davis e il mio sax porta le cicatrici della gioia e del dolore della vita», dice), flautista e vocalist oltre che sassofonista, parla napoletano puro e dell’inglese conosce solo i testi dei brani che canta.
Nel 1987 andò per la prima volta in America con Napoli Meets Harlem, iniziativa che vide lui e altri musicisti (Edoardo Bennato, Tony Esposito, Tullio De Piscopo…) suonare al mitico Apollo Theater di New York con James Brown, Temptation, Lester Bowie, Eumir Deodato, Alphonso Johnson e altre star. Senese aveva sempre in tasca una foto del padre scattata negli anni ’40, e quella sera girò per Harlem mostrandola ai passanti e chiedendo «Do you know this man?». Dopo mezz’ora avvenne una sorta di miracolo: una persona gli sorrise e disse «Yes, I know». Il padre di James viveva a Brooklin con la famiglia che si era creato in più di mezzo secolo, e Senese restò per ore a guardare la casa dal marciapiede, ma se ne tornò in albergo in silenzio, senza mai bussare a quella porta. Ecco, un grande musicista è fatto anche di questa immensa sensibilità.
Quest’anno Senese festeggia il mezzo secolo di carriera con un doppio album dal vivo dal titolo Aspettanno ‘O Tiempo, registrato durante lo scorso tour invernale, che contiene i suoi grandi successi e due inediti (di cui uno scritto da Edoardo Bennato). Intanto stasera ve lo potete godere con la band Napoli Centrale, la stessa che ha registrato Nero a metà di Pino Daniele, forse il disco più famoso del cantautore napoletano: Ernesto Vitolo (piano e tastiere), Gigi De Rienzo (basso) e Agostino Marangolo (batteria). Appuntamento da non mancare.
Parco della Musica, Sala Sinopoli, ore 21

Rock/I Ministri, con Fidatevi all’Orion

«Guardandosi intorno e fidarsi è probabilmente la cosa più stupida che oggi si possa fare. Eppure, guardandoci indietro, ci rendiamo conto che tutto quello che veramente conta nelle nostre vite è stato costruito sulla fiducia, quella che abbiamo dato e quella che abbiamo ricevuto. Perciò Fidatevi, anche se vi tradiranno, anche se vi terrorizzeranno, anche se tecnicamente è un salto nel vuoto: ne vale la pena»: è così che la band I Ministri presenta il suo ultimo album Fidatevi, che sulla copertina ha la simbolica  e poco invitante immagine di uno squalo al completo di denti affilatissimi, e che dà il titolo all’attuale tour. La formazione milanese, on the road dal 2003, propone live i suoi hit (ricordate il loro ottimo cd di debutto, I soldi sono finiti?) e il materiale del disco uscito un mese fa, per scrivere e costruire il quale il vocalist e bassista Davide Autelitano, il chitarrista Federico Dragogna e il batterista Michele Esposito, dopo l’album del 2015 Cultura generale, sono usciti dalla scena e hanno lavorato quasi tre anni. Con il loro mix di post-grunge, rock e punk, i tre musicisti hanno dìmostrato per l’ennesima volta di saperci fare, e l’appuntamento promette bene.
Atlantico Live, viale Oceano Atlantico 271d, ore 22

Musica/Io, tu e Pino Mauro al Parco

L‘imperatore della sceneggiata Pino Mauro, il re della posteggia Nando Citarella e il più grande comico morente Nicola Vicidomini sono per la prima volta insieme per offrire un viaggio musical-teatrale nel quale, muovendo dai rispettivi linguaggi e dalle personali sensibilità, abbracciano la grande tradizione partenopea: affrontano «un universo senza tempo, un affresco impossibile di visioni dove i classici della sceneggiata e della canzone romantica napoletana riecheggiano antichi madrigali, dove l‘umorismo più all’avanguardia dialoga con la Commedia dell‘Arte, dove pastori medioevali dell‘entroterra campano banchettano con muratori e sottoproletari». In questa dimensione, spiegano, il vero dissolve il reale nell’estasi del classico: Mauro (maestro indiscusso di vocalità e vita, reduce dal trionfo all’Augusteo di Napoli e dall’ultima pellicola dei Manetti, Ammore e malavita), Citarella (celebre giullare della scena musicale internazionale, famoso per i suoi Tamburi del Vesuvio) e Vicidomini (grande innovatore del linguaggio comico, campione di sold out con successo teatrale Scapezzo) si preparano a un concerto-spettacolo senza precedenti. Se l’humour, la musica, i ritmi e le atmosfere di Napoli vi piacciono, la serata è da non perdere.
Parco della Musica, Sala Petrassi, ore 21

Musica/Med Free Orkestra, ecco L’isola di Gulliver

Arriva L’Isola di Gulliver, il nuovo album della Med Free Orkestra, che esce il 20 aprile ma che la formazione multietnica, nata a Testaccio e con sedici musicisti provenienti da varie aree del mondo (cinque paesi, tre continenti, cinque lingue diverse), presenta dal vivo stasera. La band riunisce Agnese Valle (voce e clarinetto), Marwan Samer (voce e oud), Frank Armocida (voce e percussioni), Daniele Di Pentima (batteria), Riccardo Di Fiandra (basso), Valerio Guaraldi (chitarra), Alessandro Severa (fisarmonica), Ismaila Mbaye (percussioni), Francesco Fiore, Alessio Guzzon e Roman Villanueva (trombe), Andrea Angeloni e Giorgio Tebaldi (tromboni), Vincenzo Vicaro (sax e clarinetto) e Leonardo Radicchi(sax). E’ il quarto album della Med Free, il primo singolo estratto è La Iena, e il cd esce due anni dopo il successo del precedente Tonnosubito. Roba buona.
Angelo Mai, via delle Terme di Caracalla 55, ore 21

Cantautrici/Diana Tejera, Mi fingo distratta

Diana Tejera, padre spagnolo e madre italiana, 38 anni, cantautrice e compositrice, presenta il suo ultimo album Mi fingo distratta, che lei riassume così: «E’ un disco nato dopo tre anni in cui avvenimenti di rara gioia e disperazione hanno costellato la mia realtà. Ho scoperto che l’amore può assumere sembianze inimmaginabili quando si offre senza aspettarsi nulla e sembra quasi vitale donarlo, ed è un’espressione naturale dei miei sentimenti, sempre tesi a una visione ironica e ottimista della vita, con la certezza che gli inciampi sono sempre dietro l’angolo». Lo propone in un un concerto eclettico, fatto di opposti che s’incontrano: agli archi più classici rispondono le chitarre elettriche più ruvide, alle batterie pop controbattono i fiati più dissonanti, alla malinconia del pianoforte si contrappone un’ironia trascinante. Con lei, voce, chitarra e piano, suonano Pietro Casadei al basso, Fernando Pantini alla chitarra, Ersilia Prosperi alla tromba, Cristiano SerinoValentina Del Re ai violini, Daniel Miskyv alla viola, Rebecca Rotondi al violoncello e Simone de Filippis al synth.
Parco della Musica, teatro Studio Borgna, ore 21

Rock/Morgan con la I, anticipo del cd in arrivo
Pop e alternative rock: è la ricetta dei Morgan con la I, band che ha diviso il palco con tanti artisti, da Zen Circus a Levante e I Cani: Morgan Colaianni (voce e chitarra), il sassofonista Alessandro Cardinale, il tastierista Edoardo Petretti, il bassista Giacomo Nardelli e il batterista Paolo Volpini presentano il singolo Questo grande sconforto, una canzone «di sconforto e rivincita, di rinuncia e di riscatto, di ansia e dolori di pancia», e il gruppo nato nel 2012 lo propone come anteprima del prossimo album, attualmente in fabbricazione, che sarà pronto e uscirà dopo l’estate.
Wishlist, via dei Volsci 126b, ore 22

Blues/I Blue Stuff al Big Mama

Napoletani, on the road dal 1983, i Blue Stuff sono la band guidata dal vocalist, batterista e percussionista Mario Insenga, affiancato da Sandro Vernacchia (chitarre, mandolino e voce), Francesco Miele (contrabbasso), Francesco Citera(fisarmonica) e Emilio Quaglieri (dobro, voce). Offrono un blues tosto, fedele alle origini e di tutto rispetto.
Big Mama, vicolo S. Francesco a Ripa 18, ore 22

DOMENICA 15 APRILE

Musica/Spacetronica al Teatro Lo Spazio

Spacetronica è una nuova rassegna itinerante che propone alcune delle più interessanti realtà romane di musica elettro-acustica contemporanea. Per il primo appuntamento sono sul palco tre nuove band che fanno della sperimentazione e della ricerca sonora il loro cavallo di battaglia. Sono i Modular, formazione nella quale l’elettronica sposa la musica d’avanguardia, i Monkey Tempura, band che fonde sonorità nu soul, electro, indie e jazz contemporaneo, e i Bear Trip, trio che si pone come punto di incontro tra jazz e musica elettronica. Un evento unico con tre gruppi composti da musicisti assai attivi nel territorio.
Teatro Lo Spazio, via Locri 42, ore 21.30
(IlMessaggero.it – Eventi)