Prima martedì 22 novembre ore 21
repliche fino al 4 dicembre
Teatro Stabile di Napoli
Teatro Stabile di Catania
Fondazione Campania dei Festival
Napoli Teatro Festival Italia
MACBETH
di William Shakespeare
traduzione Gianni Garrera
con Luca Lazzareschi Gaia Aprea
Fabio Cocifoglia Paolo Cresta
Francesca De Nicolais Claudio Di Palma
Luca Iervolino Gianluca Musiu
Alessandra Pacifico Griffini
Giacinto Palmarini Alfonso Postiglione
Federica Sandrini Paolo Serra Enzo Turrin
e con le danzatrici della compagnia Körper
Chiara Barassi Sibilla Celesia Sara Lupoli
voce fuori campo (Streghe) Angela Pagano
in video Lorenzo Papa
scene Marta Crisolini Malatesta
costumi Zaira de Vincentiis
luci Gigi Saccomandi
musiche Ran Bagno
installazioni video Alessandro Papa
coreografie Noa Wertheim
regia LUCA DE FUSCO

personaggi e interpreti
Macbeth Luca Lazzareschi
Lady Macbeth Gaia Aprea
Malcom, Sicario Giacinto Palmarini
Macduff Claudio Di Palma
Ross, Un gentiluomo Fabio Cocifoglia
Banquo, Medico scozzese Paolo Serra
prima Strega Sara Lupoli
seconda Strega Chiara Barassi
terza Strega Sibilla Celesia
Lennox Paolo Cresta
Duncan, Un vecchio, Seyward Enzo Turrin
Fleance, Figlio di Macduff Francesca De Nicolais
Lady Macduff, Dama diLady Macbeth Federica Sandrini
Messaggero, Portinaio, Servo, Seyton Alfonso Postiglione
Ecate Alessandra Pacifico Griffini
Donalbain, Sicario, Messaggero Luca Iervolino
Capitano ferito, Giovane Seyward Gianluca Musiu

Durata spettacolo I atto 85 minuti II atto 50 minuti

In occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di Shakespeare, Luca De Fusco firma la regia di Macbeth, uno dei supremi capolavori della drammaturgia del bardo e, forse, anche tra i testi più teatralmente perfetti per coerenza e consequenzialità della struttura drammaturgica. Scritto tra il 1605 e il 1608, racconta la vicenda del vassallo di re Duncan di Scozia, che, divorato dall’ambizione e dalla brama di potere, instillatagli dalla profezia di tre streghe, insieme alla moglie progetta e porta a compimento il regicidio per salire al trono. Una tragedia fosca, cruenta, in cui domina il male e in cui i personaggi sono complessi e ambigui.
“Questa edizione del Macbeth – dichiara il regista – si pone come ideale prosecuzione del lavoro già avviato con Antonio e Cleopatra e Orestea, due spettacoli che si sono fortemente connotati nel senso della sperimentazione e della contaminazione tra linguaggi. Anche in questo caso il teatro si mescola con le installazioni video in modo ancora più complesso e variegato rispetto ai lavori precedenti. Lo spettacolo si collega ad Orestea per il rapporto tra teatro, musica e danza, proseguendo la collaborazione con gli artisti israeliani Ran Bagno e Noa Wertheim. Si richiama invece più ad Antonio e Cleopatra per l’analogia testuale, per il ritorno della coppia Lazzareschi – Aprea, per i rapporti tra trasparenze scenografiche, video, luci fortemente cinematografiche. La logica visuale sarà però meno monumentale e più visionaria assecondando la natura fantastica del testo che vede i suoi momenti fondamentali (apparizione delle streghe, visione del pugnale, fantasma di Banquo, apparizione dei Re, delirio del sonnambulismo di lady Macbeth) tutti fortemente contrassegnati dal tema del sogno, del delirio, insomma dell’irreale. L’ambientazione non collocherà l’allestimento in una precisa epoca ma in una dimensione atemporale sospesa tra medioevo, atmosfere da cinema anni ’40, con uno sguardo al futuro, seguendo l’ispirazione dei costumi che la stessa Zaira de Vincentiis ha realizzato con grande successo nell’ultimo episodio di Orestea.
Partendo dagli studi di Bloom e Freud si cercherà di attraversare il testo ponendosi delle domande sull’origine del male. Un grande tema, che nel Macbeth si può intendere in modo immanente (come ovviamente sostiene Freud) ma che sopporta anche una interpretazione trascendente, visto che le streghe non sono solo il frutto della fantasia di Macbeth e la loro apparizione trasforma un uomo fatto di latte, come dice Lady Macbeth, in una bestia feroce.
Navigando sul confine tra teatro e video si potrà incrociare qualche citazione cinematografica (ad esempio Kubrick) ma anche riferimenti alla pittura surrealista di Delvaux, Magritte, Dalí.
I lusinghieri giudizi di critica e pubblico ottenuti dai protagonisti degli spettacoli citati e dagli spettacoli stessi nel loro complesso fanno ben sperare nel buon esito del progetto.