Madri, compagne, lavoratrici, professioniste, figlie, manager: oggi le donne rivestono tanti ruoli, spesso più di uno, e spesso molto diversi tra loro.

Molti successi delle donne sono arrivati solo di recente, ad esempio il servizio militare. In Italia le donne sono entrate a far parte dell’esercito solo nel 1999 grazie alla legge 20 ottobre n. 38.

Fino al 1945 le donne non potevano votare, invece. Grazie al decreto legislativo luogotenenziale n. 23, alle donne fu concesso il diritto al voto e un anno dopo fu concesso loro anche l’elettorato passivo.

Poco più di 30 anni fa la donna non era libera di abortire, l’aborto era considerato illegale e moralmente avere una gravidanza extraconiugale, o in tenera età, era considerata una vergogna. La legge arrivò nel 1978 dopo un referendum, la libertà dal giudizio altrui… decisamente dopo.

Fino al 1981 le donne non potevano nemmeno lavorare nella polizia. Con la legge 1 aprile, n. 121, fu concesso il diritto di entrare a far parte della Polizia di Stato, prima di allora potevano entrare solo nel corpo di polizia femminile con compiti limitati.

Per anni le donne non hanno avuto gli stessi diritti dei mariti. Fu la legge 19 maggio, n.151 del 1975 a far ottenere l’uguaglianza tra coniugi.

Le differenze esistevano anche nel mondo del lavoro, fino al 1956, per legge, la donna doveva necessariamente avere uno stipendio inferiore a quello di un uomo, anche a parità di mansioni e orari lavorativi. Così come non poteva svolgere ogni tipo di lavoro da lei desiderato. Solo nel 1963 alle donne fu concesso di accedere a tutte le cariche, professioni e impieghi pubblici, compresa la Magistratura, fino ad allora proibita. Infine, solo nel 1950 alle donne fu riconosciuto il diritto di avere una gravidanza, ed essere legalmente tutelate nel mondo del lavoro: prima della legge 29 agosto, n. 860, se una donna restava incinta poteva essere liberamente licenziata dal datore di lavoro senza giovare di alcun diritto.

Solo nel 2012 fu concesso alle donne di partecipare a tutte le discipline dei giochi olimpici, alcune delle quali erano vietate al gentil sesso, appunto.

Nel 1996 lo stupro fu riconosciuto a tutti gli effetti un reato contro la persona, prima di allora la violenza sessuale nei confronti di una donna non era ben delineato dalla legge.