Gucci.

Questo marchio fa venire in mente lo stile senza tempo, l’eleganza e la raffinatezza.

La sua storia inizia a Firenze, nel lontano 1921, e rimarrà sulla cresta dell’onda fina da quei tempi, nonostante abbia attraversato il periodo delle guerre mondiali che imperversavano sul nostro paese.

Guccio Gucci, un artigiano, fondò l’azienda specializzandosi anche, in un secondo momento, come arredatore d’interni.

Grazie a tutte le sue splendide idee riuscirà a creare oggetti di grande pregio, dalla pelletteria agli accessori quotidiani irrinunciabili (guanti, borse, cappelli) rendendo la sua bottega accessibile a tutte le tasche.

Negli anni la maison comincia ad svilupparsi ulteriormente e a pensare in grande, con l’apertura di boutique in diverse città italiane, (nel 1938 aprì anche a Via Condotti a Roma) insediandosi in pochissimo tempo e grazie al passaparola anche a New York.

Un simbolo della moda italiana nel mondo, un passaggio adeguato, ovvio.

Curioso anche il logo dello stilista che imprime in ogni sua creazione: un nastrino verde e rosso che trae la sua origine dalla cinghia di una sella di cavallo, lequitazione era un’attività che Gucci amava particolarmente.

Purtroppo nel 1953 il maestro-artigiano scompare lasciando ai suoi figli Aldo, Vasco, Ugo e Rodolfo le redini dell’attività.

Il momento di massimo spicco sono gli anni ’60 grazie alla particolare pubblicità che gli fecero le donne appartenenti alla dinastia dei Kennedy che decideranno di utilizzare nelle occasioni mondane la borsa “Jackie O”, ribattezzata così in onore di Jackie Kennedy Onassis che la sfoggiava spesso, mentre la bellissima “Hobo Bag” (prettamente unisex) verrà portata da personalità del calibro di Liz Taylor, Maria Callas e Grace Kelly.

 

Intorno al 1970 Gucci espande la propria azienda in posti nei quali nessuno stilista italiano era riuscito a raggiungere: Hong Kong, Tokio e Stati Uniti e nel 1980 diventerà una società per azioni.

Accanto al nome di Guccio Gucci appaiono anche i nomi di Tom Ford ( dal ’90 responsabile del settore abbigliamento donna ) e dall’attuale direttore artistico Frida Giannini, entrambe personalità fondamentali per lo sviluppo continuativo della griffe poichè riescono in una svolta stilistica raffinata e di grande impatto per le donne del globo: abiti in jersey di seta, tacchi a spillo ed inserti di metallo.

Very glamour.

Nel 1999 la Pinault Printemps Redout acquisirà il controllo e proprietà dell’intera società nel 2006.

In questi anni la Giannini succederà a Ford nella direzione creativa, creando le favolose borse in pelle dal doppio logo, dato dalle due “G” intersecate alla perfezione, dettaglio immancabile.

Attualmente il brand propone una moda classica e moderna, adatta alla ragazza che vuole stupire, fino ad arrivare alla donna in carriera. Questa primavera-estate la femminilità androgina è al centro dell’attenzione. La linea dei capi è decisa, senza troppi fronzoli, i pantaloni sono a vita alta con dettagli fatiscenti e le giacche corte e colorate con particolari geometrici.

L’uomo è classico, ma anche rock. Pantaloni in pelle e stivali con borchie fanno da contorno a una personalità spiccata e che ama possedere il centro dell’attenzione.

Particolarmente stilosa l’idea della big bag for man vista nelle ultime sfilate.

Attualmente la testimonial della griffe è la bellissima Charlotte Casiraghi, che nonostante la poca esperienza in fatto di shooting fotografici, non manca certo di personalità nell’indossare i capi trendy realtivi all’attuale collezione.