“Vorrei che come in tutte le capitali europee i passeggeri salissero solo dalla porta anteriore del mezzo per permettere il controllo del titolo di viaggio da parte dell’autista” ha detto Marino, consapevole che “i portoghesi” sono uno dei principali problemi dell’Atac.
Secondo le stime del Campidoglio, infatti, il tasso di evasione sui messi pubblici romani si aggira tra il 16 e il 20 per cento, ma se si considerano il numero delle contravvenzioni rispetto ai passeggeri controllati, la stima di evasione potenziale aumenta fino al 3540. Percentuali elevatissime, che ogni anno causano all’azienda di via Prenestina tra gli 80 e i 100 milioni di euro. Tanti, troppi, se si considera che la società guidata dal milanese Danilo Broggi ha chiuso il 2013 con 744 milioni di euro di debiti, incassa dalla vendita dei ticket circa 249 milioni.
“A Roma attualmente ci sono soltanto 70 verificatori – ha spiegato ancora il sindaco – Vorrei quindi spostare alcuni amministrativi in esubero dagli uffici e portarli a fare i controllori. Però – ha continuato il primo cittadino – li vorrei vestiti in abiti civili in modo da non essere riconosciuti”.