«Avrei voluto guardarlo negli occhi, ce l’avrei fatta nonostante il dolore nel mio cuore che mai nessuno potrà cancellare».
Mamma Rossella non smette di piangere mentre mostra sul cellulare le foto della sua Federica. Resta quasi immobile, sconvolta nell’attesa davanti all’aula B del Tribunale di Civitavecchia dove ieri si è svolta l’udienza fiume per l’incidente probatorio nel processo sulla morte di Federica Mangiapelo, la sedicenne trovata senza vita la notte del primo novembre del 2012 sulle rive del lago di Bracciano.
Marco Di Muro, il fidanzato della giovane, indagato per omicidio volontario neanche ieri era presente.
«È stato straziante, hanno ripercorso tutta la vita di Federica fino a quella maledetta notte: sentire degli estranei che contestano il fatto che mia figlia non avesse problemi di cuore fa male: noi non abbiamo mai creduto a una morte naturale e l’ultima perizia ci dà ragione, Federica è morta annegata».
Secondo il cardiologo e il medico legale Federica è morta a causa di una miocardite, secondo lo pneumologo è annegata. Il collegio di esperti ieri ha esposto le conclusioni della perizia secondo cui la giovane è morta annegata. In aula, i periti (un cardiologo, un medico legale e un pneumologo) hanno escluso la miocardite come concausa della morte.
«Nella perizia si parla anche della ferita sulla fronte che potrebbe essere stata causata da un trascinamento».