Il giornalista romano Simone Camilli è morto durante le operazioni di disinnesco di un missile israeliano. Con lui a Beit Lahiya sono rimaste uccise altre 6 persone. La conferma, dopo una serie di voci incontrollate, è arrivata dalla Farnesina.
“La morte di Simone Camilli è una tragedia, per la famiglia e per il nostro Paese“, ha affermato il ministro degli Esteri Federica Mogherini, che ha espresso il suo cordoglio per la morte del giornalista italiano.
Simone Camilli, romano, aveva 35 anni. Era giornalista professionista dal 2008 e lavorava per la Associated Press come giornalista televisivo dal 2005. Dopo la maturità scientifica, si era laureato all’Università La Sapienza di Roma in Storia e religioni islamiche. Prima di Ap, aveva collaborato con l’International Found for Agricoltural Development. A Gerusalemme dal 2006, è stato spesso inviato nella Striscia di Gaza. Camilli, che lascia la compagna e la figlia di 3 anni, è il primo giornalista straniero ucciso dall’inizio del conflitto a Gaza, nel quale hanno perso la vita oltre 1.900 palestinesi e 67 israeliani. Reporter di esperienza, aveva al suo attivo moltissime missioni in Medio Oriente, Palestina, Turchia, Libano. Tre anni fa, insieme a Pietro Bellorini, aveva realizzato e prodotto il documentario di 21 minuti “About Gaza”.
A causare le vittime sarebbe stato un razzo israeliano rimasto inesploso, al quale le persone si erano avvicinate. Camilli, secondo le prime informazioni, Camilli stava documentando la situazione con la telecamera.
Il padre Pierluigi Camilli: “Simone è stato in Toscana con noi in vacanza fino a settimana fa, assieme alla moglie e alla figlia, una bimba bellissima che ha tre anni. L’ho sentito l’ultima volta l’altro giorno: gli dicevo sempre “sta attento”, e lui come tutte le volte, mi ha risposto: “Stai tranquillo, papà, è tutto a posto“.
Fonte: RomaToday.it – Repubblica.it