Una notte in compagnia di un perfetto sconosciuto per poi trovare la morte in circostanze ancora tutte da chiarire. Ha tutti i crismi del giallo la fine di una ragazza di circa 25 anni, trovata senza vita e completamente nuda ieri mattina dalla polizia all’interno di un appartamento di via Raffaele Caverni, una traversa di via Trionfale a poche decine di metri da piazzale Clodio. Cosa ha ucciso la giovane? È stata drogata o ha assunto stupefacenti? Perché si trovava a casa di un uomo che non aveva mai visto fino a qualche minuto prima? Perché non aveva con sé nessun tipo di documento di identità? Era una escort?

La vicenda, così come la racconta il più che occasionale partner della vittima, un 43enne disoccupato di origini baresi, ha inizio giovedì sera e per set ha un palazzo nel quartiere Prati, con il suo naturale corredo di studi legali e viavai di professionisti.

«Mi trovavo dalle parti della stazione Termini quando ho incontrato questa ragazza. Non l’avevo mai vista prima. Abbiamo chiacchierato un po’ camminando per strada. Lei – assicura l’uomo alla polizia mi ha detto di essere italiana. Dopo qualche minuto abbiamo deciso di spostarci a casa mia», ha spiegato l’uomo agli agenti. Poi, dopo aver passato la notte insieme, la scoperta che manda in tilt il 43enne: «Quando mi sono svegliato – continua il racconto dell’uomo alle forze dell’ordine – lei non era più nel letto accanto a me. Mi sono alzato e l’ho vista stesa a terra. Ho provato a chiamarla ma non rispondeva».

A quel punto, il 43enne si veste alla bene e meglio, scende in strada in preda al panico e inizia a cercare aiuto. Sono da poco passate le otto del mattino e dopo qualche secondo riesce a fermare una pattuglia dei vigili urbani di passaggio e riesce a lanciare l’allarme: «Aiutatemi vi prego, c’è una ragazza in casa mia. Non so cosa le sia successo. Si è sentita male». Gli agenti della municipale compongono subito il numero del commissariato Prati e la polizia in pochi secondi è nell’abitazione dell’uomo: la vittima è riversa a terra, non dà alcun segno di vita, ha il viso di un colore violaceo (così avrebbe confermato alla polizia anche una delle badanti che frequentano il palazzo e si è trovata davanti alla scena) e, soprattutto, non ha con sé documenti.

Nel giro di pochi minuti sul posto arrivano anche il pm di turno, gli agenti della squadra mobile e il medico legale: dopo un primo esame, sul corpo della vittima non vengono trovati segni di violenza. Inoltre, se si tralascia il letto matrimoniale sfatto, l’appartamento sembra in ordine e non vengono trovate tracce di stupefacenti. Tutto lascerebbe quindi pensare a una morte naturale, a un malore improvviso. Per eliminare ogni dubbio, però, si dovranno comunque attendere gli esiti degli esami già disposti dalla procura sul cadavere della donna – almeno per ora senza identità. Prima l’autopsia, poi gli esami tossicologici per risolvere il giallo di Prati e permettere agli agenti della squadra mobile, diretti da Renato Cortese, di aggiungere elementi decisivi a una storia dai contorni ancora poco definiti.

(La Repubblica.it)