L’Avventura Azzurra ai Mondiali di calcio in Brasile è già finita. Il sogno dei ragazzi di Prandelli e di tutti noi si è infranto decisamente troppo presto. L’Italia non è stata capace neanche di arrivare seconda in un girone che era stato definito ”di ferro” ma che poi, tutto sommato, dopo aver visto sul campo le nostre avversarie, non era poi in realtà così impossibile da passare. Sarebbe bastato avere una qualche idea di gioco, sarebbe bastato avere un pò di orgoglio nazionale, sarebbe bastato anche solo avere un minimo di dignità. Peccato però che queste siano tutte cose che sono invece mancate totalmente al gruppo di Prandelli. Evidentemente la ”lezioncina” impartitaci venerdì scorso dal Costarica non è stata sufficiente a darci quello scossone di cui avevamo invece un urgente bisogno. Evidentemente la voglia autolesionista di continuare a farci prendere a schiaffi ha preso il sopravvento. E va bene quindi il caldo asfissiante del Brasile, va bene anche l’arbitraggio non propriamente perfetto dell’arbitro Moreno (un nome, un destino…), ma l’Italia vista in Brasile è stata davvero troppo poca cosa per poter invece sperare di andare avanti nel Mondiale. La nostra è stata un’eliminazione giusta e anche doverosa: abbiamo perso 2 partite su 3 contro squadre non fenomenali. Nell’unica occasione in cui abbiamo vinto (contro l’Inghilterra) alla fine dei conti le occasioni da rete prodotte dall’Italia sono state solo 3: i due goals e la traversa su calcio di punizione di Pirlo. Un pò troppo poco per poter dire la nostra in un Campionato del Mondo…

Contro l’Uruguay Prandelli cambia per l’ennesima volta modulo e si affida al 3-5-2, con Immobile ad affiancare davanti Balotelli e con Verratti che torna titolare dal primo minuto, dopo la bocciatura di Recife. L’Uruguay sceglie invece di fronteggiarci con un 4-4-2 ordinato e con i due spauracchi Suarez e Cavani davanti. Per l’Italia la luna sembra storta fin da subito, quando Balotelli si fa male ad un ginocchio dopo soli 4 minuti di gioco. L’unico tiro azzurro nel corso del primo tempo lo effettua il solito Pirlo, su calcio di punizione (11′): Muslera alza in angolo il pallone. L’Uruguay imbastisce un ritmo tutt’altro che forsennato alla gara e all’Italia sta bene così. Per la serie: ”se non interessa a loro segnare, figurarsi a noi”…Alla mezz’ora però la ‘Celeste’ comincia a farsi vedere dalle parti di Buffon: Christian Rodriguez innesca Suarez, su cui chiude il nostro portiere, bravo poi a salvare anche sulla ribattuta di Lodeiro da pochi passi. Gli attaccanti della nostra Nazionale appaiono invece dannatamente troppo isolati e slegati dal resto della squadra, così l’abbozzo di manovra azzurra si perde sempre dal centrocampo in su. Il primo tempo si chiude scialbamente quì, dopo 45′ di quasi nessun sussulto.

Nella ripresa Prandelli esordisce lasciando Balotelli negli spogliatoi, inserisce Parolo e cambia di nuovo assetto tattico, passando ad 5-4-1. Roba che se nel Campionato Italiano un tecnico si azzardasse a giocarsi il match decisivo con un solo attaccante, i fischi verrebbero giù a tonnellate. Ma tant’è: l’imperativo continua ad essere chiaro: primo, non prenderle. L’Uruguay, pur senza fare straordinari, intanto prova a fare sua la partita e al 58′ sfiora il goal con Christian Rodriguez: il centrocampista dell’Atletico Madrid calcia fuori, a tu per tu con Buffon. ‘Fiuuu’…sospiro di sollievo per l’Italia tutta. Due minuti dopo però la partita cambia: Marchisio viene espulso esageratamente da Moreno per un fallo da giallo. L’Uruguay capisce che l’uomo in più in suo favore può essere il fattore decisivo per raggiungere l’agognata qualificazione e da questo momento in poi intensifica il forcing dentro la nostra metà campo. Così Suarez al 66’ si incunea nella nostra area e calcia di punta, fermato da un bel tuffo di Buffon, che salva la nostra porta. Un minuto dopo però c’è il primo sussulto azzurro della ripresa: Immobile calcia a lato su invito di Pirlo, ma era fuorigioco…

La partita nel finale si incattivisce, Immobile e Verratti finiscono fuori per infortunio, mentre Chiellini e Suarez se le danno di santa ragione dentro l’area azzurra, prima che l’attaccante del Liverpool rifili addirittura un morso sulla spalla dello juventino.  Poi all’81’ arriva la mazzata finale: Godin di testa sugli sviluppi di un corner batte Buffon e ci butta fuori dai Mondiali. L’ultimo quarto d’ora (recupero compreso) è all’insegna di quel ‘cuore azzurro’ di cui tanto sentiamo parlare nella retorica nostrana e di cui invece quasi non si è avuta traccia in tutta l’avventura italiana in Brasile. Avessimo giocato anche solo metà Mondiale con la grinta degli ultimi dieci minuti di ieri, quasi certamente oggi saremmo agli ottavi di finale…