«Jacopo era un ragazzo speciale, fuori dal comune. Era magnetico, preparatissimo, aiutava tutti quelli che avevano bisogno di lui qui all’Università. E poi era allegro, la sua voglia di vivere contagiava tutti».
A parlare è Roberto Baldassarri, presidente dell’Istituto Piepoli e docente di Giornalismo all’università degli studi Roma Tre, che ha avuto come allievo Jacopo L., morto a 26 anni all’ospedale Spallanzani di Roma dopo essere stato ricoverato per mononucleosi. La sua morte dopo poco più di una settimana di coma farmacologico.
«In merito al caso del giovane paziente affetto da mononucleosi infettiva deceduto presso l’Inmi Lazzaro Spallanzani in seguito a complicanze, la Direzione dell’Istituto fa sapere di aver avviato tempestivamente una valutazione dell’evento mediante audit clinico come previsto nelle procedure di Risk Management e secondo il percorso subito condiviso con la competente autorità Regionale». Lo si legge in una nota firmata dal direttore sanitario dell’ospedale, Andrea Antinori.
«Vanno smentite categoricamente le affermazioni pubblicate oggi su alcuni mezzi di stampa in merito a un possibile contagio ospedaliero dell’infezione e ad altri episodi infettivi acquisiti durante il ricovero – continua la nota -. Le procedure di sorveglianza delle infezioni ospedaliere allo Spallanzani sono conformi a standard di elevata sicurezza e nel caso specifico non vi è stata nessuna evidenza di un’infezione acquisita in ospedale. Sul caso è comunque in corso un’indagine giudiziaria richiesta dai familiari. Attendiamo quindi gli esiti delle valutazioni in corso».