Alla Roma si chiedeva l’impossibile, ma Luciano Spalletti deve ancora attrezzarsi per i miracoli. La sua Roma tiene bene per un tempo al Bernabeu, consapevole di non potersi sbilanciare troppo per non abbandonare subito i giochi qualificazione. Quando il baricentro si alza e la coperta si accorcia, la classe dei singoli del Real Madrid emerge in tutta la sua prepotenza. Chi è portato al rimpianto sottolineerà le colossali occasioni sprecate da Dzeko e Salah sullo 0-0, omettendo le tante chance sprecate anche dai padroni di casa. Al netto degli errori dei singoli, si è semplicemente imposta la squadra con maggior talento, pur in un contesto di relativa organizzazione: per Zinedine Zidane, alla sua prima vera esperienza da allenatore in un club di livello dopo l’apprendistato con la formazione B del Real, verranno anche gli esami con i top team europei, banco di prova cruciale in una stagione partita malissimo sotto la guida di Benitez.

SCELTE CORAGGIOSE – L’assenza di Rudiger lancia Zukanovic al fianco di Manolas ma è il forfait di Nainggolan a indurre Spalletti a dimenticare ogni timore di sorta: a sostegno di Dzeko c’è infatti il terzetto composto da Salah ed El Shaarawy, con l’ex Milan più votato alla fase di fatica palla al Real, e dal “Monito” Perotti, chiamato come al solito a fungere da regista avanzato. Zidane ritrova Kroos e Modric, che agiscono ai fianchi di Casemiro. Senza Benzema, almeno nominalmente è Ronaldo a fare da centravanti, anche se una delle poche idee degli spagnoli è quella di svuotare il centro dell’attacco per creare la costante superiorità numerica sulle corsie, grazie alle puntuali sovrapposizioni degli esterni bassi. Pur con uno 0-2 sulle spalle, la Roma resta bassa per ripartire, lasciando il possesso ai padroni di casa, che ci provano subito con Ronaldo – destro deviato, effetto flipper sul braccio largo di Zukanovic, Marciniak lascia correre – e con Marcelo, al termine di un’eccellente azione sulla corsia sinistra: a lato il mancino del brasiliano.
Real Madrid-Roma, entra Totti: standing ovation del Bernabeu
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CONTROPIEDE BELLO MA STERILE – Il piano partita di Spalletti sembra funzionare, visto che il Real punge solo da fuori – destro di Modric respinto da Szczesny – mentre la Roma maltratta le due palle gol che potrebbero cambiare le sorti della doppia sfida. Il primo a deludere è Dzeko, solissimo al momento di calciare ma impreciso col mancino; il secondo è Salah, che non approfitta della svista di Marciniak (fallo solare di Digne su Danilo) quando viene lanciato a tu per tu con Navas, non riuscendo a inquadrare la porta. L’egiziano riesce nella singolare impresa di risultare un rebus sia per la difesa avversaria – immarcabili le sue discese sulla fascia “difesa” da Marcelo – che per i suoi compagni, ben oltre gli errori in fase di conclusione: uno stop errato gli impedisce di servire Perotti al 25′. Dopo la mezz’ora, il Madrid guadagna campo e fiducia, sorretto dalle giocate di un sublime Modric. Ronaldo impegna Szczesny in due occasioni ma il polacco è attento ed evita guai. Si va negli spogliatoi e Pjanic, non al meglio, viene rilevato da Vainqueur.

QUINDICI MINUTI DECISIVI – Nella serata che regala a Francesco Totti quello che potrebbe essere l’ultimo palcoscenico continentale della sua carriera, con tanto di standing ovation del pubblico di Bernabeu al suo ingresso, a sancire l’eliminazione della Roma, oltre allo 0-2 dell’andata, è la prima metà del secondo tempo, quando il Real ha provato a forzare i ritmi e i capitolini hanno accettato l’idea di rispondere colpo su colpo. La partita ha preso una piega simile a quella del secondo tempo dell’Olimpico e anche stavolta la differenza l’hanno fatta i singoli episodi. Vince chi sbaglia meno. Il Madrid recrimina per gli errori di James Rodriguez (cross fuori misura con Ronaldo solo in area), per una chiusura decisiva di Zukanovic, per un destro flebile di Marcelo, per la mezza rovesciata di Rodriguez e per il tiro deviato di Modric, fuori di un’inezia; la Roma si stropiccia ancora gli occhi per l’errore di Salah da due passi, per la risposta di Navas su un assolo di Florenzi e per la girata rapida ma imprecisa di Manolas sugli sviluppi del corner seguente. Accade tutto in un quarto d’ora. Poi Zidane inserisce Lucas Vazquez, accolto come una divinità: negli anni dei galacticos, ai tifosi madridisti piace l’idea di un gioiello proveniente dalla “cantera”, seppur con un breve intermezzo all’Espanyol. E’ il nuovo
entrato a inventare il gol che indirizza la contesa.

DUE SQUILLI IN BIANCO – L’esterno riceve dal solito Modric sulla destra e ha la libertà di puntare Digne. Il francese retrocede troppo, commettendo un errore che era costato già carissimo nel match d’andata (il gol dello 0-2 di Jesé): Vazquez si sposta il pallone quanto basta per crossare, Cristiano Ronaldo fa il resto con un taglio di rara puntualità. Anticipo su Manolas, che travolge Szczesny nell’occasione, e Madrid avanti. Il polacco accusa il colpo, rimane a difendere i pali con un vistoso ematoma sotto l’occhio destro e ha sulla coscienza la rete del definitivo 2-0, dopo una partita giocata in maniera impeccabile. Ronaldo per Rodriguez, nella scelta del colombiano c’è una bella dose di egoismo, ma è premiata. Sinistro da posizione defilatissima, Szczesny si fa trafiggere sotto le gambe ed è la parola fine sulle speranze giallorosse. Ronaldo potrebbe calare il tris ma spreca un altro invito delizioso di Vazquez con un mancino impreciso, a ridosso della mezz’ora Spalletti concede la passerella a Totti (meno apprezzato l’ingresso dell’ex Barcellona Keita, travolto dai fischi), il finale è per Rodriguez, vicinissimo al tris con un tiro a giro dal limite, e per Perotti, il cui destro viene respinto dal palo. L’Italia perde un’altra rappresentante in Europa, anche se stavolta sarebbe servito davvero un miracolo.

REAL MADRID-ROMA 2-0 (0-0)
Real Madrid (4-3-3): Navas; Danilo, Pepe, Ramos, Marcelo; Modric (30′ st Jesé), Casemiro (38′ st Kovacic), Kroos; Rodriguez, Ronaldo, Bale (17′ st Vazquez). (Kiko Casilla, Carvajal, Varane, Isco). All.: Zidane
Roma (4-2-3-1): Szczesny; Florenzi, Manolas, Zukanovic, Digne; Pjanic (1′ st Vainqueur), Keita (40′ st Maicon); Salah, Perotti, El Shaarawy (29′ st Totti); Dzeko. (De Sanctis, Castan, Torosidis, Iago Falque). All.: Spalletti
Arbitro: Marciniak (POL)
Reti: 19′ st Ronaldo, 22′ st Rodriguez
Ammoniti: Danilo e Zukanovic
Recupero: 1′ e 2′

(Repubblica.it)