Nel Lazio, ventitré cliniche con meno di sessanta posti letto, ma con 1300 addetti, “finiranno per chiudere“. Potrebbero perdere l’accreditamento con il Servizio sanitario e, perciò, cessare l’attività assistenziale. L’allarme arriva dalla Funzione pubblica Cgil, oltre che dall’Aiop, l’associazione di imprenditori degli ospedali privati.
“La chiusura di queste cliniche metterebbe sul lastrico 1300 famiglie nel Lazio, 11mila in Italia, privando il Servizio sanitario regionale di centri ospedalieri con una particolare specializzazione nelle cure”.

Il rischio c’è e potrebbe manifestarsi entro o subito dopo il 31 maggio, death line per la stesura del Patto per la salute.

Il Lazio perderebbe, con le 23 cliniche, altri 645 posti letto.

A Roma e provincia “sotto mira” ci sono 14 centri:

Villa Valeria (25 degenze, Ortopedia),

Marco Polo (29, Oncologia),

Villa Fulvia (25, Medicina),

Ncl (28, Neurologia e Neurochirurgia),

San Luca (25, Chirurgia),

Concordia hospital (25, Ortopedia),

Chirurgia addominale Eur (34, Chirurgia),

Annunziatella (34, Chirurgia),

European hospital (51; Cardiochirurgia),

Merry house (30, Chirurgia),

Villa Aurora (30, Ortopedia),

Nuova villa Claudia (35, Urologia e Ginecologia),

Siligato a Civitavecchia (16, Chirurgia),

Villa delle querce ai Castelli (40, Medicina),

San Raffaele a Montecompatri (15, Medicina).

A Frosinone e nel resto della Ciociaria sono 5 le cliniche a rischio: Sant’Anna(32, Chirurgia), Villa Gioia (22, Chirurgia); Villa Serena (25, Medicina), San Raffaele a Cassino (30, Medicina), Santa Teresa (20, Ortopedia). A Viterbo, due: Salus (20, Medicina), Santa Teresa del Bambino Gesù (24, Medicina). E una a Latina: San Marco (30, Chirurgia).

(La Repubblica)