Il 17 ottobre del 2006 alla fermata della metro A Vittorio Emanuele di Roma morì una giovane donna, la trentenne A. L., e altre 452 persone rimasero ferite. Un tamponamento gravissimo tra due treni, entrambi nuovissimi: uno fermo nella stazione, l’altro proveniente da Anagnina che dopo poche centinaia di metri impattò violentemente con quello a Vittorio Emanuele.

Oggi, a più di nove anni di distanza dall’incidente, la prima sezione del tribunale di Roma ha condannato il macchinista A. T. a cinque anni di reclusione per omicidio colposo, disastro ferroviario e lesioni gravissime. Assolti invece per non aver commesso il fatto i dirigenti.

Il macchinista T. è stato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici ed interdetto legalmente per tutta la durata della pena inflitta. Dovrà poi risarcire i danni alle costituite parti civili con giudizio che si svolgerà in separata sede.