Soprattutto stadio e cortei, con l’obiettivo, per il primo, di limitare al minimo (se non addirittura vietare) le partite in orari serali e, per i secondi, di ridurne il numero e sostituirli con i sitin.
Il giorno dopo la conferenza stampa di Angelino Alfano sul piano per “Roma capitale sicura”, in prefettura si iniziano a studiare i provvedimenti da adottare per applicarlo. La direttiva del ministro che ne affida formalmente a Giuseppe Pecoraro la realizzazione non arriverà prima di una settimana. Nel frattempo, però, è già chiara la filosofia con la quale il prefetto intende attuare il piano. E se è vero che Alfano, due giorni fa, si è soffermato su 6 punti (spaccio, prostituzione, movida, furti e rapine, stadio e cortei), al momento il tema su cui si sta concentrando l’attenzione è la gestione dell’ordine pubblico durante il campionato di serie A e durante le manifestazioni.
La stretta che arriverà sugli ultrà a livello legislativo è lasciata all’azione del governo che, a metà giugno, dovrebbe varare le misure annunciate nei giorni scorsi (a partire dal cosiddetto “daspo a vita”). Intanto, l’intenzione di Pecoraro sarebbe quella di anticipare sempre gli orari ed evitare che le gare di Roma e Lazio si giochino di sera. Due le fasce a cui si starebbe pensando: alle 15 per l’inverno e alle 17 per l’estate.
È già successo diverse volte durante l’ultimo campionato che, per motivi di ordine pubblico, il prefetto ordinasse di anticipare lo svolgimento di una partita di Roma o Lazio. Stavolta, però, il divieto sistematico per le partite in notturna (anche se qualche deroga sarà necessaria probabilmente per le sfide di Champions League) si potrebbe scontrare con gli interessi di chi detiene i diritti televisivi. Un problema che, però, non preoccupa la prefettura: «Noi dobbiamo garantire l’ordine pubblico», è il leitmotiv di Palazzo Valentini.
Per il resto, le tifoserie romane saranno strettamente controllate sia all’interno sia all’esterno dell’Olimpico. Dentro ci sarà una maggiore segmentazione dei settori e agli steward verrà fornito un palmare per il controllo dei biglietti. Poi più telecamere e videosorveglianza sugli spalti (con maggiore attenzione alle curve) e nelle zone antistanti lo stadio. I viali d’afflusso, infine, da Ponte Milvio al Ponte della Musica, dal Lungotevere Diaz a Tor di Quinto, verranno monitorati con maggiore cura.
Diverso il capitolo sui cortei. Già due giorni fa, Alfano aveva ricordato che, per la futura gestione delle proteste di piazza, si sarebbe applicato il protocollo firmato nel marzo del 2009 dall’allora sindaco Gianni Alemanno con partiti e sindacati: sei percorsi e sei piazze autorizzate. Nessuna deroga per i passaggi sotto i ministeri come avvenuto il 19 ottobre 2013 e lo scorso 12 aprile. Stavolta verranno concesse dunque solo partenze da piazza della Repubblica (con arrivo a San Giovanni o a piazza del Popolo), da piazzale dei Partigiani (fino a San Giovanni o a via di San Gregorio) o da Bocca della Verità (fino a piazza Navona o a via di San Gregorio). L’idea del prefetto, però,
è quella di limitare il numero dei cortei e di concentrare le proteste con sitin in specifiche piazze: Santi Apostoli, San Marco, Barberini, Farnese, Circo Massimo e Bocca della Verità. Obiettivo non semplice, in una fase di mobilitazioni già parecchio calda.
(Repubblica.it)