Enfi Teatro
Claudia Gerini
STORIE DI CLAUDIA
di Giampiero Solari Claudia Gerini
Paola Galassi Michela Andreozzi
arrangiamento e direzione musicale Leonardo De Amicis
musicista in scena Davide Pistoni
video scene Giuseppe Ragazzini
coreografie Roberta Mastromichele
costumi Nicoletta Ercole
scene Patrizia Bocconi
luci Gigi Saccomandi
con un corpo di ballo composto da 6 ballerini e musica dal vivo
regia Giampiero Solari
“Ci sono 50 sfumature di me (una citazione scherzosa, mi raccomando) nella Storie di Claudia , voglio dire che mi somiglia, che riflette le mie idee, anche se poi ne sono autrice con Giampiero Solari, Paola Galassi e Michela Andreozzi. Ho letto vari testi di teatro contemporaneo, ma nessuno mi rappresentava come sentivo di volere. Scambiando idee, mi sono convinta che l’unica soluzione era calarmi in più ruoli, di più epoche, e un bel giorno il produttore Michele Gentile ha insistito perché facessi qualcosa di divertente, di musicale, dove fossi me stessa anche cantando e ballando, un lavoro almeno in parte autobiografico, concepito con vari registri di leggerezza, magari ispirato da me donna che parlo di altre donne. E’ così che è nato questo spettacolo”.
Claudia Gerini torna al teatro dopo 13 anni di assenza, visto che l’ultimo suo debutto dal vivo risale al 2002, alle prese allora con Closer di Patrick Marber, e stavolta, da sabato, al Quirino, è appunto protagonista assoluta di Storie di Claudia , con regia di Giampiero Solari, “un corpo di ballo composto da sei ballerini”, arrangiamento e direzione musicale di Leonardo De Amicis, musicista in scena Davide Pistoni, video di Giuseppe Ragazzini, coreografie di Roberta Mastromichele.
“Mi avvalgo di una storia romanzata per parlare di me, cito un’immaginaria signorina Maria che mi ha iniziata all’arte, che mi ha educata sentimentalmente allo spettacolo. Una specie di libro aperto del palcoscenico di buona parte del ‘900, una sorta di baule pieno di vicende e nomi clamorosi. E io mi ci tuffo, con le mie inclinazioni. Mi soffermo molto e volentieri su Carmen Miranda, su Marlene Dietrich, su varia polvere di stelle. Niente imitazioni ma, direi, piuttosto, suggestioni”. Come rende omaggio a questa o a quella personalità della ribalta internazionale? “Ecco, non celebro i singoli miti, ma ne riprendo i modi, ad esempio una certa idea del varietà della Miranda che cantava e sorrideva con la frutta in testa, e io la faccio parlare in spagnolo ma è un falso storico in quanto lei s’esprimeva in un inglese perfetto”.