Nel giorno in cui ricorre la nascita del primo imperatore di Roma (era il 23 settembre del 63 a.C.) il carnet di eventi appare quanto mai eclettico, tra archeologia e tecnologia.

Imperdibile è il nuovo percorso di visita alle Terme di Diocleziano (ben 3200 metri quadrati di spazio, dei 14 ettari d’estensione complessiva del complesso termale) promosso dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Roma. Dopo sessant’anni di chiusura, è stato riaperto il cosiddetto chiostrino Ludovisi, attribuibile a Giacomo del Duca assistente di Michelangelo, testimonianza delle trasformazioni che nei secoli hanno coinvolto le terme imperiali. Un saggio di leganza. Dove è stato riportato alla luce anche un inedito affresco del Cinquecento su una lunetta del chiostro.

Ma a sedurre gli spettatori è stato soprattutto il famoso prospetto della “Natatio” ossia la più grande piscina scoperta dell’antichità. Si estendeva per oltre 4mila metri quadrati, fino all’attuale via Cenaia (oggi la sua parte centrale è occupata dal cinquecentesco chiostrino Ludovisi) e di cui restano oggi visibili 600 metri quadrati. Profonda poco meno di un metro e mezzo, conteneva cinquemila metri cubi d’acqua. Spettacolare è la facciata di oltre venti metri concepita come una scenografia teatrale che tanto ha suggestionato gli artisti dal ’500 al ’700, dal Palladio a Piranesi. Viene restituita al pubblico dopo 30 anni di chiusura e tre di restauro. Accanto, l’imponente Aula VIII. Costo dell’operazione, 6 milioni di euro.