Da un po’ di anni a questa parte, ad essere assediati solo loro: i bracconieri isolani particolarmente attivi durante il passaggio migratorio sull’arcipelago pontino. Un paradiso della biodiversità messo a rischio da una tradizione barbara ma ancora viva: la caccia ai volatili, con trappole o fucili, cui con sempre maggiore forza si oppongono le associazioni ambientaliste e le guardie forestali. Ponza, fortunatamente, oggi pullula anche di volontari impegnati nella campagna antibracconaggio promossa ormai da vent’anni dalla Lega abolizione caccia, oltre che dai ricercatori che dalla stazione ornitologica si adoperano per l’inanellamento volto allo studio delle numerose specie di uccelli che trovano l’isola lungo la propria rotta migratoria.

Quella dei «trappolatori» pare una specie dura a morire. Solo il mese scorso, grazie all’attività del corpo Forestale e di un’altra associazione chiamata Cabs (Committee against bird slaughter) a Ponza sono state denunciate sette persone e sequestrate una voliera che conteneva alcune esemplare di specie protette ed oltre 200 trappole posizionate in una decina di punti strategici sull’isola. Le vittime dell’uccellagione, sono soprattutto i numerosi pettirossi, ma anche codirossi, saltimpali, pispole e qualche balia dal collare cadono nelle trappole che hanno un tasso di cattura altissimo. I bracconieri le controllano e riattivano fino a tre volte al giorno, impossibile non notarli in quel via vai e denunciarli alle attività competenti.

La presenza di scienziati, volontari e semplici appassionati rappresenta un importante deterrente contro i malintenzionati.

Altra importantissima attività in corso a Ponza legata alla tutela dell’avifauna – ma in questo caso l’aspetto scientifico e divulgativo è quello preminente- è il campo di inanellamento che dal 2002 si svolge presso la stazione ornitologica dell’isola in zona le Fora. Le attività di cattura e inanellamento, previste sino al prossimo 18 maggio, sono in completa sinergia con l’ambiente.

(IlCorriere.it)