Ora sarà più facile dirsi addio. Entrano infatti in vigore le nuove norme sul divorzio breve, grazie alla riforma approvata dal Parlamento lo scorso 22 aprile e poi pubblicata in Gazzetta ufficiale il 6 maggio.

Non saranno più necessari tre anni per dirsi addio, come previsto dalla riforma della legge Fortuna-Baslini, ma solo 6 mesi, se la separazione è consensuale, o al massimo un anno se si decide di ricorrere al giudice. E le nuove procedure possono valere anche chi ha una causa di divorzio già in corso.

Si prevede un notevole numero di procedure di divorzio nei vari tribunali d’Italia perché la legge è retroattiva e riguarda almeno 300mila coppie di separati. Si calcola approssimativamente che almeno 50mila coppie chiederanno il divorzio nei mesi di giugno e luglio prossimi.

Numerose le novità introdotte dalla nuova legge. I tempi, innanzitutto. Fino a oggi lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio poteva essere chiesto da uno dei coniugi non prima di tre anni di separazione. Con il divorzio breve il termine scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per quella consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Novità, poi, sulla comunione dei beni, che si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale; prima si realizzava solo con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione.