Vi è un luogo a Roma, sotto gli occhi di tutti, dove avvolta nel mistero e da simboli si narra che sia nascosta la formula per la creazione dell’oro dalla roccia. Si tratta della Porta Alchemica, nei giardini di piazza Vittorio.
Il mistero di tale porta parte da 4 secoli fa, quando nella zona, allora aperta campagna, sorgeva la villa del marchese Palombara, uomo appassionato di occulto e dedito all’alchimia, detta anche “arte di fabbricare l’oro”.
—>>> Si racconta che un giorno il marchese avesse incontrato un viandante che gli promise di svelargli la formula dell’oro se il marchese gli avesse mostrato il suo laboratorio. Il marchese, perplesso e incuriosito, lo condusse presso il casino di caccia della villa, dove si dilettava con pozioni e pratiche esoteriche. Il viandante chiese di potersi chiudere nel laboratorio per qualche giorno promettendo di svelare la misteriosa formula. Dopo qualche giorno, quando il marchese aprì la porta, del viandante non v’era nessuna traccia. Rinvenne però alcune tracce di oro purissimo e una formula incisa con caratteri e simboli occulti.
La promessa era stata mantenuta, la formula svelata. Purtroppo il marchese Palombara non riuscì mai a decifrare quei caratteri, nonostante innumerevoli esperimenti e consulti che chiese ai massimi esperti dell’epoca. Disperato, decise di incidere l’intera formula suddivisa in sei diversi punti della villa, compresa la porta del laboratorio. Cinque di quei frammenti andarono perduti, sopravvisse solo quello inciso nella cornice della porta del laboratorio che possiamo ammirare oggi a piazza Vittorio.
Alla storia si aggiunge un altro particolare: negli stessi anni del marchese Palomabara viveva a Roma Francesco Giuseppe Borri, alchimista di grande fama che venne allontanato dalla città ad opera della chiesa: si narra che fosse proprio lui il viandante che fece visita al marchese Palombara, al quale volle tramandare il segreto.
[fonte: Claudio Colaiacomo, Roma perduta e dimenticata]