Se i romani, quest’anno, non hanno potuto esagerare negli acquisti sotto il periodo di svendite estive, molti di loro, conti alla mano, non si sono fatti comunque scappare l’occasione di un grande affare.
Perché è vero che a essere scontati, fin oltre il 70%, per sei settimane sono stati i costumi, gli abiti estivi, i sandali, ma molti negozianti, per cercare di rialzare i guadagni, hanno gettato l’amo più in là, allestendo nei propri punti vendita dei veri corner con prodotti autunnali e invernali. Si fa quel che si può, contravvenendo anche le regole che, in linea teorica, impongono di svendere abiti, calzature e accessori di stagione sotto il periodo di saldi estivi. Tuttavia, il termometro in queste sei settimane non ha fatto impennare l’asticella del mercurio, al contrario.
La spesa delle famiglie registrata dalle associazioni di commercianti si è allontanata di molto dalle previsioni iniziali dello scorso luglio. Dei 150-180 euro ipotizzati all’inizio, il valore medio degli scontrini non ha superato, nei fatti, gli 86 euro.
Tuttavia le eccezioni non sono mancate e la particolarità è che hanno riguardato prodotti totalmente fuori stagione. Vero che le condizioni climatiche, soprattutto nel mese di luglio, imponevano più maglioncini di cotone che svolazzanti abitini di raso. Ma c’è stata in questa stagione di svendite un’inversione di tendenza: i veri affari che hanno fatto aprire le casse ai negozianti sono arrivati dalla vendita di capi e accessori invernali e non comuni. Dimenticatevi i cappotti acquistati con largo anticipo per aver già pronto qualcosa di nuovo nell’armadio al primo acquazzone autunnale. Scordatevi i piumini o gli stivali di pelle che, comunque, hanno fatto la loro parte, con un aumento, rispetto alla stagione di saldi estivi 2013, rispettivamente del +3% e del +5%.