Dal 2010 un gruppo di archeologi, dopo vari tentativi andati praticamente a vuoto nel corso degli anni, ha ripreso gli scavi in quell’area poco distante da Cassino.

L’ultimo ritrovamento, una meridianaottimamente conservata” di 2000 anni fa,  sorta di orologio dell’epoca ai tempi esposto su una colonna nei pressi del foro, “ci indica nuove informazioni sulla storia dell’epoca”.

“Da tempo in quei campi i contadini ritrovano puntualmente reperti dell’antica Roma. Vada a vedere su Google Maps – racconta Launaro al quotidiano la Repubblica laggiù sembra che non ci sia niente, invece è pieno di tesori”.

Grazie a proiezioni geofisiche e alla magnetometria nel 2012 gli archeologi hanno ritrovato i resti di un antico teatro. “Pensavamo che quella fosse una piccola cittadina, quasi insignificante. Invece, dal teatro in poi, abbiamo capito che era un centro vero e proprio, che fu abbandonato intorno al VI secolo dopo Cristo perché troppo esposto agli invasori. Smantellarono il teatro e le parti della città pezzo dopo pezzo, ordinatamente, per poi fuggire verso Cassino o verso il mare. E oggi stiamo ritrovando numerosi elementi: capitelli, mosaici, sculture e manufatti di terracotta. E poi la meridiana”.

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“Finora ne sono state ritrovate poche così ben conservate. Questa in particolare aveva una scritta che riconduce a una persona, tale Marcus Novius Tubula, un cognome di quell’area, che tradotto vuol dire ‘trombetta’”.

L’archeologo spiega che Tubula era “un tribuno della plebe. Non sappiamo se sia nato a Interamna, ma è certo che pagò lui la meridiana: è inciso sulla pietra calcarea. Fu lui a commissionarla e volerla e crediamo possa essere il gesto di una persona che, lasciata la sua zona, volesse fare un tributo. Come un politico di un piccolo paese che va a Roma a fare il parlamentare, ma non dimentica le sue origini”.