Il nuovo (ed ancora molto ipotetico…) stadio della Roma non smette di far parlare di sè, nonostante appunto la prima pietra del nuovo impianto sia ancora ben lungi dall’essere messa. L’ultima querelle in ordine di tempo stavolta  riguarda la futura proprietà dello stesso impianto: sarà della As Roma, o invece sarebbe più opportuno parlare del nuovo stadio come quello ”di Pallotta”, più che della società giallorossa? Proprio di questo si è dibattuto nell’ultima infuocata riunione degli azionisti della società As Roma: uno degli azionisti ha infatti sollevato proprio questa questione, scatenando una serie di reazioni accese sul tema. Secondo quanto afferma Walter Campanile, che rappresenta i piccoli azionisti della società giallorossa, alla Roma andrebbe “il diritto del ticketing per gli eventi della As Roma, i ricavi dei tour e il 10% del margine operativo netto su tutti gli eventi non organizzati dalla società”. Ci ha pensato poi Mario Staderini, altro azionista della Roma, a dare fuoco alle polveri della polemica: ”La Roma non ne sarà proprietaria, non spenderà denaro per costruirlo, né lo gestirà, ma semplicemente avrà un contratto di affitto con la possibilità di ottenere alcuni ricavi”. A tentare invece di smorzare i toni dello scontro ci ha pensato Mauro Baldissoni, Direttore Generale della società con sede a Trigoria. Queste le parole della sua lunga arringa difensiva: ”Non esiste una società di Pallotta; anche la Roma è una società di Pallotta, se vogliamo considerarla così… La Roma poche settimane fa è andata a giocare a Lione, dove è stato realizzato un nuovo stadio, inaugurato per il campionato europeo e molto bello. Ebbene, tutti hanno fatto i complimenti per lo stadio del Lione, ma nessuno ha mai pensato che potesse essere considerato lo stadio di Jean-Michel Aulas, che è il presidente del Lione. Eppure la struttura societaria è assolutamente identica a quella della Roma, come è anche identica a quella dell’Arsenal dove, sotto una holding che controlla le azioni della società di calcio, c’è simmetricamente una società che si occupa della realizzazione dello stadio. Questa è una necessità tecnica giuridico-finanziaria tipica di qualsiasi project financing, per consentire di realizzare un’infrastruttura così grande, con un finanziamento corposo che sia ottenibile a prezzi di mercato”. Poi, continuando in difesa dell’operato di Pallotta: ”Si potrebbe anche fare l’esempio di una qualsiasi grande altra opera infrastrutturale, come una centrale elettrica, realizzata attraverso delle società veicolo, per consentirne la costruzione prima della produzione di ricavi in ripagamento del debito… Sarebbe dunque come dire che quella centrale non è di Enel o di Acea, ma di una società…”. Stando quindi alle parole di Baldissoni, il problema di fatto non sussisterebbe, nè per la Roma, nè di conseguenza per i suoi tifosi. Staremo a vedere…