Sono stati chiusi a Roma gli 8 punti vendita del marchio Trony a Roma: la società titolare dei negozi, il gruppo Edom S.p.a., è andata infatti in bancarotta fraudolenta, dichiarando fallimento, a causa di enormi somme di denaro che sarebbero state sottratte illecitamente dal patrimonio del gruppo stesso. A fare le spese di questa gestione spregiudicata sono stati i lavoratori dei punti vendita romani, oltre 100 persone che sono rimaste senza lavoro.

Stamattina la guardia di finanza ha eseguito due ordini di arresto a carico di un imprenditore romano e del suo commercialista, nonché faccendiere, mentre alla diretta collaboratrice di quest’ultimo sono stati dati invece gli arresti domiciliari. Oltre a loro tre, tra gli indagati dalla Procura figura poi anche una quarta persona, un commercialista romano. Tra i quattro citati è di particolare rilevanza la figura del faccendiere e mente finanziaria del gruppo, già noto alle cronache giudiziarie per essere legato anche all’inchiesta di Mafia Capitale.

Il dissesto della gruppo Edom viene da lontano: si parte con un debito verso l’Erario di oltre 100 milioni di euro, prodottosi a seguito della ingente evasione fiscale messa in atto dalla Edom. Il faccendiere, per questi reati tributari, era già stato arrestato nel dicembre 2013 e condannato in primo grado a tre anni e dieci mesi. In quell’occasione erano stati sottoposti a sequestro anche vari beni immobili per oltre 9 milioni di euro. Davanti poi allo stato di insolvenza, generato dalla grave esposizione debitoria, la Edom lo scorso mese è stata quindi dichiarata fallita. Le indagini hanno poi fatto emergere il progetto criminoso attuato dai tre indagati i quali, anche dopo essersi spogliati di qualsiasi carica societaria, hanno continuato a programmare e attuare tutte le strategie economico-finanziarie della società, in completa autonomia rispetto agli amministratori formalmente nominati.

La polizia valutaria, attraverso accertamenti bancari e rogatorie ha potuto così verificare sistematici, ripetuti ed ingenti prelievi di denaro dai conti della società(circa 7 milioni di euro in 4 anni), oltre a scoprire vari artifici contabili. Nel complesso, anche attraverso trasferimenti di denaro a società di San Marino riconducibili agli indagati, sono stati distratti dal patrimonio della gruppo Edom circa 9,5 milioni di euro.