Riciclaggio, contraffazione, sequestri lampo ed infine il pizzo: è questo il mondo criminale che gira intorno alla Mafia Cinese ed alle sue attività losche nella Capitale. L’organizzazione criminale a Roma ha il volto di Zhang Naizhong: il ricchissimo capo dei capi di Sole Rosso, organizzazione di Prato, con base in viale Marconi a Roma, è stato arrestato qualche giorno fa dalla polizia, che ne ha intercettato le telefonate mentre si vantava coi gregari dicendo testualmente: ”Sono il più potente d’Europa”. Zhang ricattava con estorsioni e violenze chi non si piegava al suo volere.
Una mafia capace di venire a patti con la criminalità organizzata capitolina (soprattutto nel business delle sale scommesse), ma al tempo stesso spietata con i suoi membri per l’ingordigia di accumulare capitali da inviare, in gran parte, nella terra d’origine e portare avanti affari lì, e in una piccola percentuale da reinvestire qui.
Sole Rosso agisce all’ombra del Colosseo secondo schemi consolidati, anche se ricostruire il modus operandi di quest’organizzazione non è stato affatto semplice: La mappa delle bande è molto cambiata rispetto ad una quindicina di anni fa. L’omertà degli associati e l’impenetrabilità dei clan, legata anche alla scarsa presenza di traduttori disposti a lavorare per la procura ed a tradurre dialoghi, a volte anche perché incapaci di comprendere uno dei tanti dialetti asiatici con cui comunicavano capi e gregari, ha rallentato molto le operazioni. Tra i particolari più macabri emersi dalle indagini, c’è una delle prove di coraggio più frequenti per il passaggio di grado: l’automutilazione di una falange. Le dita mozze vengono ostentate come medaglie. Il business milionario della Triade agisce soprattutto nell’ambito delle griffe false, senza trascurare però altri ambiti come il racket dei clandestini, il pizzo imposto col terrore ai commercianti cinesi, ed infine i sequestri lampo. Il silenzio, prezioso ad ogni mafia, in cui la Triade ha agito negli anni, ha permesso di perfezionare business e modalità del crimine. Tanto che oggi anche quei riti di iniziazione di cui abbiamo parlato, che erano un tratto distintivo e che aiutavano gli investigatori nella riconoscibilità, di fatto sono stati superati.
Ad oggi Sole Rosso agisce dunque soprattutto nel mercato della contraffazione e nel riciclaggio di danaro, frutto sia della droga, sia di prodotti d’abbigliamento immessi nel mercato e provenienti dalla Cina. Balle con dentro miliardi di panni accartocciati e stipati in container sbarcano a Prato, per poi arrivare nella capitale attraverso dei Tir, dopo essere stati stirati. È nella provincia toscana che avviene la prima contraffazione: le etichette ”made in China” sono sostituite da quelle ”made in Italy”. Poi, come ha dimostrato un’operazione della Guardia di Finanza di Ostia del 2015, quella merce viene scaricata nel grandissimo centro commerciale ”Commercity” di Fiumicino e lì si opera la seconda contraffazione: etichette di cartone col marchio ”made in Italy” vengono applicate ai capi già ritoccati dai connazionali di Prato.
Proprio durante quell’operazione del 2015 emerse anche come una delle donne dell’organizzazione arrivasse al lavoro a bordo di una lussuosa Porsche Cayenne: ”Quando scendeva”, ricordano gli investigatori, ”chiudeva lo sportello col piede, segno che il lusso per loro era considerato un optional, per quanti soldi avevano”. I ricavi di quel business ammontavano a 44 milioni di euro e, siccome nulla era stato dichiarato al fisco, le 14 società hanno evaso dodici milioni di euro. Le fiamme gialle sequestrarono 25 unità immobiliari per un valore complessivo di oltre 5 milioni e 500 mila euro, 10 autovetture di lusso (oltre alla Porsche, Bmw e Mercedes), 135 rapporti bancari e cassette di sicurezza, 3 milioni di capi di abbigliamento ed oltre 1 milione e 300 mila pezzi di accessori. Qualche giorno fa poi l’arresto di Zhang Nainzhong a chiudere il cerchio, in attesa del nuovo capo…