Dopo i recenti casi in Lombardia, Piemonte e Veneto, l’aviaria fa la sua comparsa anche nel Lazio.

Un focolaio dell’influenza del sottotipo H5N8 è stato individuato in un pollaio di Tivoli.

Il presidente Zingaretti ha quindi istituito due zone, una di protezione, compresa in un raggio di tre chilometri dall’azienda dove è stata scoperta la malattia, e una di vigilanza, compresa nel raggio di dieci chilometri.

La prima comprende parte del territorio di Tivoli, Castel Madama e Roma, e la seconda, oltre alla parte Est della capitale, diversi centri dell’area tiburtina e prenestina: Tivoli, Castel Madama, San Gregorio di Sassola, Casape, Gallicano nel Lazio, Poli, Zagarolo, Palestrina, Castel San Pietro Romano, Capranica Prenestina, Ciciliano, Sambuci, Vicovaro, San Polo dei Cavalieri, Marcellina e Guidonia Montecelio.

Nelle due zone i veterinari delle Asl Roma 2 e Roma 5 dovranno censire tutte le aziende avicole e gli animali presenti, effettuare sopralluoghi presso le diverse aziende commerciali, per l’esame clinico del pollame e di altri volatili in cattività, e attuare un’ulteriore sorveglianza sierologica e virologica, per individuare l’eventuale ulteriore diffusione dell’aviaria nelle aziende.

In particolare nella zona di protezione, tra le misure adottate dalla Regione, vi sono quelle di tenere, se possibile, tutti i volatili all’interno di un edificio dell’azienda, riducendo comunque al minimo il contatto tra quest’ultimi e i volatili selvatici, distruggere subito le carcasse, disinfettare i veicoli e le attrezzature adibiti al trasporto di animali, non far uscire o entrare nelle aziende avicole altri animali senza l’autorizzazione dei veterinari, tenere un registro di tutti i visitatori di tali aziende e rinunciare alle fiere.