Girando per la rete mi imbatto sempre più spesso in corsi che vertono sulla posizione del social media manager (e il conseguente utilizzo). Cosa ne pensi a riguardo?
“Dal 2008, anno di sbarco di Facebook in Italia, è stato un vero è proprio terremoto a livello sociale. I social hanno agito in maniera distruttiva sulle nostre vite. Distruttiva nel senso buono del termine, come rottura con tutto quello che era il passato delle relazioni sociali. Da questo ovviamente ne è derivato anche uno sconvolgimento nel mondo del lavoro. I social, da semplici agorà digitali ove scambiare opinioni, sono diventati strumenti e leve per il business. Aziende e professionisti hanno potuto trovare nuovi clienti e incrementare il fatturato.

La moltitudine di corsi risponde a questa esigenza. Tutto semplice? Proprio no. Se fossimo in una economia perfetta, la stessa di cui si parla nei manuali di microeconomia, ogni azienda dovrebbe avere una figura deputata alla gestione strategica dei social. Da consulente di Marketing strategico però vi posso assicurare che la situazione delle PMI italiane è completamente differente.

Scusa, ma dalla tua analisi mi verrebbe da dire che allora questa figura, seppur necessaria, non è molto richiesta?
“Diciamo che al momento saper padroneggiare i social significa per prima cosa preservare la propria reputazione digitale. Reputazione che sempre da più tempo ci precede in molti ambiti. Quindi se qualcuno partecipasse a questi corsi con questa idea già sarebbe un passo avanti secondo me. Il reale problema è che oggi la “formazione” è diventato un business che spesso è andata sostituire la professione principale di alcuni professionisti e aziende. Viviamo in un’epoca in cui l’inserimento nel mondo del lavoro è lenta e non garantita. Cosa fanno quindi le persone nel frattempo? Si formano. Cosa piace fare tutte le persone comprese tra i 18 e 35 anni? Passare del tempo sui social. Da queste due esigenze che si matchano, nasce la moltitudine di corsi a cui accennavi. Purtroppo però spesso l’offerta di neo-professionisti in questo settore supera di gran lunga la domanda. Questo però spesso non viene calcolato nel processo decisionale di acquisto di un corso.”

Bisognerebbe fare meno corsi sulla gestione dei social media? Mi stai dicendo che ce ne sono troppi?
“Per prima cosa bisognerebbe capire quanti di quelli che vengono proposti, di corsi, effettivamente trovino i partecipanti necessari per partire. I prezzi vanno da one day di 50,00 euro a 7000,00 euro per i master più strutturati o erogati da istituti blasonati. Secondo me la crisi è transitiva e ciclica per i due attori convolti: chi eroga i corsi non trova spesso corsisti e i corsisti che frequentano i corsi non trovano una domanda solida che sorregga la possibilità di applicare quanto applicato. A mio avviso dovrebbe esserci meno offerta da un versante (formazione) e più domanda dall’altro versante (lavoro).”

So che hai avuto esperienza da docente, oltre che relatore, in alcuni corsi e conferenze. Cosa ti sentiresti di consigliare, per imparare, a chi vuole avvicinarsi a questo mondo?
“Per prima cosa è necessario sensibilizzare gli imprenditori, veri decision maker di tutto il processo. Se le imprese riconoscono la figura di un professionista dei social, aumenta la domanda e quindi la relativa necessità di apprendere nozioni con corsi specializzati. Allo stato attuale, nel funnel, a guadagnare (quando si riesce ad attivare il corso) sono solo gli erogatori o formatori. Il mio consiglio è quello di imparare ad utilizzare i social per prima cosa per se stessi. A seguire consiglierei di scegliere corsi brevi, anche di 8 ore, ma altamente specifici su un singolo argomento. I corsi troppo articolati a mio avviso vanno a creare un’offerta troppo orizzontale e poco verticale. Il secondo consiglio è quello di studiare ogni giorno. Leggere libri, partecipare a conferenze, viaggiare o parlare nei gruppo specifici. Ma soprattutto non commette il grave errore di pensare di poter gestire una società/azienda appena dopo la fine di un corso. La credibilità richiede tempi lunghi e densi di apprendimento.”

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L’ANGOLO DEL MARKETING, rubrica offerta dal Dott. Mattia Esposito

 

Mattia Esposito, imprenditore, classe 1986 di Roma. Co-fondatore e project manager di Up2lab Marketing Consulting, studio internazionale di consulenza per imprese, si definisce un malato di social. Esperto di consulenza strategica indirizzata all’utilizzo dei nuovi media e di comunicazione in generale.

 

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