L’ANGOLO DEL MARKETING, rubrica offerta dal Dott. Mattia Esposito

 

Mattia Esposito, imprenditore, classe 1986 di Roma. Co-fondatore e project manager di Up2lab Marketing Consulting, studio internazionale di consulenza per imprese, si definisce un malato di social. Esperto di consulenza strategica indirizzata all’utilizzo dei nuovi media e di comunicazione in generale.

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In Italia sempre più spesso si sente parlare di gamification in ambito businness. Che cosa s’intende?
“Il concetto di gamification è stato introdotto per la prima volta nel 2010 dal game-designer americano Jesse Schell. Con questo termine intendiamo tutte quelle azioni volte a trasferire le dinamiche che animano i concetti ricreativi, usuali dei giochi, a frame della realtà quotidiana di un’azienda. Per esempio possiamo immaginare l’utilizzo di un game per attività come la formazione dello staff aziendale su nuovi applicativi della società oppure ad uno strumento di ausilio per le attività sales di un’azienda. L’utente può supere difficoltà e livelli sempre superiori per vincere premi e riconoscimenti.”

Quali sono i vantaggi per le aziende che decidono di utilizzare i principi della gamification nelle loro attività core?
“Sicuramente applicare concretamente quella che in sociologia è chiamata “confusione di frame”. Ovvero, compiere azioni che generalmente vengono catalogate come noiose o ordinarie in un contesto diverso e maggiormente stimolante sia all’interno che all’esterno dell’azienda. La realizzazione di un game, seppur possa esser apparentemente dispendiosa, comporta enormi benefici sia nella produttività interna che nell’immagine (e conseguente posizionamento) che le persone esterne hanno del nostro brand.
Inoltrein un paese come il nostro, sempre diffidente e poco recettivo alle novità, potrebbe esser percepita come una novità positiva e divertente.”

Pensi che il nostro paese è pronto ad accogliere questa nuova modalità di business?
“In Italia, considerando lo scarto usuale di 5-7 anni rispetto all’America, sempre più aziende cominciano a chiederci (alla nostra società) e a chiedere soluzioni che vanno in questa direzione. Oggi parlare e fare innovazione è un concetto che ha appeal anche per i consumatori che applicano questo filtro come valore di scelta per i loro acquisti. Le PMI, emulando i big player e multinazionali, hanno colto l’importanza e i vantaggi della gamification e sentono il bisogno di acquisire queste funzioni internamente. Nei prossimi anni il mestiere del game designer e del project manager in ambito gaming, sarà richiestissimo, motivo per il quale consiglio a molti giovani di cominciare ad approcciarsi a questo mondo. Lavorare giocando, seppur possa sembrare un ossimoro, può esser realtà.”