L’ANGOLO DEL MARKETING, rubrica offerta dal Dott. Mattia Esposito

 

Mattia Esposito, imprenditore, classe 1986 di Roma. Co-fondatore e project manager di Up2lab Marketing Consulting, studio internazionale di consulenza per imprese, si definisce un malato di social. Esperto di consulenza strategica indirizzata all’utilizzo dei nuovi media e di comunicazione in generale.

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Oggi, numeri alla mano, Instagram risulta esser il social del momento. Quali sono stati i fattori di successo?
Aggiungerei di successo per una determinata fascia : 13 – 40 anni. Infatti quando parlo con i più giovani, Facebook viene considerato un social dove trovare i genitori e i parenti. Il fattore di successo di Instagram è la sua interfaccia semplice e in linea con quello che le persone da sempre vogliono vedere sui social: le foto di chi conoscono o ancor di più di chi non conoscono. Il contenuto che oggi viene definito king è proprio la fotografia (che sta lasciando sempre più spazio ai video). Altro fattore di successo, che mi ricorda molto la proposta di valore di Twitter, è la possibilità di poter tranquillamente entrare in contatto sia con le celebrities che con milioni di utenti di tutto il mondo. Instagram risponde alla nostra voglia di “vedere” le vite degli altri.

Pensi che per le aziende sia uno strumento importante di vendita e acquisizione clienti?
Instagram e composto da immagini e video. Questi tipi di contenuti sono ideali a mio avviso per la vendita di prodotti del fashion, food e anche a livello di luoghi da promuovere per il turismo. Con l’introduzione della funzione Shoppalbe si può tranquillamente acquistare in maniera diretta ed immediata il prodotto al quale abbiamo appena messo un like. Discorso diverso magari per un professionista che vende la propria consulenza e in generale servizi immateriali. In quel caso si può utilizzare il social per fare personal branding e al tempo stesso storytelling. Strategie che comunque risultano perfette anche per le categorie di attività citate prima.

Cosa pensi degli Influencer che vengono spessi più scelti dalle aziende come strumento di vendita?
Partiamo dal presupposto che intorno ad Instagram esiste un black market parallelo, molto florido, in cui si vendono fan e like di ogni qualità. Dai profili reali a quelli fake. Dai profili italiani a quelli stranieri. Questo fenomeno è dovuto a quella che in economia spesso viene etichettata come una “bolla”. Gli influencer reali, quelli che anche con un post possono influenzare realmente la loro community (spingendola in alcuni casi anche agli acquisti), sono davvero pochi e non alla portata di tutte le aziende. A questi si sono affiancati una seria di wannabe e aspiranti ilnfluencer che ,mediante quel black market di cui parlavo all’inizio, hanno pomapato i loro profili con numeri e strategie che di fatto poco rispondono agli obiettivi delle aziende. A mio avviso ci troviamo in una situazione in cui le aziende pagano spesso dei veri e proprio fake influencer. Uno strumento utile che consiglio a tutte le aziende, al fine di verificare la veridicità dei follower, è https://hypeauditor.com. Questo tool consente di analizzare i follower per capire in realtà quanti siano reali e quindi utili per noi.